Ultime notizie

Due agenti della Penitenziaria aggrediti da un detenuto nel carcere di Alba

Tutto tace sul destino del carcere albese
Il carcere Montalto di Alba

ALBA – «Giovedì 21 agosto nella casa di reclusione di Alba la situazione – da tempo gravemente compromessa – ha raggiunto livelli di allarme assoluto», lo dice in una nota l’Organizzazione sindacale autonoma della Polizia penitenziaria.

Due agenti sono stati costrette alle cure dell’ospedale  dopo l’ennesimo episodio di violenza da parte di un detenuto che, armato con una gamba di un tavolo in legno, ha aggredito il personale in servizio, colpendone uno con un calcio ai testicoli e l’altro alla schiena. Entrambi hanno riportato prognosi di cinque giorni.

Il motivo scatenante dell’aggressione, secondo quanto riportato dalla nota Osapp, sembrerebbe essere stato il diniego da parte del medico di guardia all’uso di una stampella, ritenuta non necessaria. Il detenuto ha reagito in modo spropositato, prima prendendo a calci il cancello e poi armandosi per colpire gli agenti intervenuti per contenerlo.

Durante le operazioni di chiusura, un secondo detenuto – già responsabile di altri episodi simili nei giorni precedenti – si è unito alla devastazione, completando con il complice la distruzione dell’impianto di illuminazione rimasto.

Un atto gravissimo, aggravato dalla totale assenza del sistema di videosorveglianza, già da tempo fuori uso, che ha reso l’intervento degli agenti ancora più rischioso. Una situazione totalmente fuori controllo, tenuto conto dell’inerzia e dell’immobilismo dell’Amministrazione Penitenziaria.

«Il carcere di Alba è completamente allo sfascio», dichiara Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp. «Il distretto del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta è ormai un vero e proprio colabrodo: mentre il personale di Polizia penitenziaria in servizio è lasciato solo ad affrontare situazioni al limite della sopravvivenza, alcuni dirigenti vengono premiati con l’avanzamento al grado superiore per presunti meriti eccezionali in un clima di assoluta autoreferenzialità. È una vergogna istituzionale senza precedenti».

Il sindacato chiede con forza interventi immediati e concreti: il ripristino urgente delle telecamere, un presidio sanitario adeguato, più uomini, più mezzi e meno retorica.

Anche il sindacato Uspp prende posizione

Il segretario locale del sindacato Uspp della polizia penitenziaria Pasquale D’Amora esprime la più ferma contrarietà e condanna per gli episodi di violenza e rivolta ad Alba. «Gli eventi che hanno visto coinvolti alcuni colleghi della Penitenziaria, con gravi conseguenze per la loro incolumità e per la sicurezza dell’istituto, sono inaccettabili e vanno contro i principi di rispetto e collaborazione che devono guidare le relazioni all’interno delle strutture penitenziarie».

«Noi siamo contrari a qualsiasi forma di violenza o comportamento che metta in pericolo la sicurezza degli operatori penitenziari, dell’intera comunità. La Polizia penitenziaria svolge un ruolo fondamentale e delicato nel garantire la sicurezza e nel promuovere percorsi di riabilitazione per i detenuti, e ciò deve avvenire nel rispetto delle norme e della dignità di tutte le persone coinvolte.
Esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà ai colleghi della polizia penitenziaria che sono rimasti coinvolti negli episodi di violenza. Auguriamo loro una pronta guarigione e un rapido ritorno alle loro attività professionali».

Non contenti, sembrerebbe che nelle prime ore pomeridiane alcuni internati della stessa sezione dell’aggressione al personale di Polizia, abbia dato vita ad una rivolta tale da distruggere una intera sezione.

L’Uspp chiedie alle autorità competenti di intervenire con determinazione per:

  • Garantire la sicurezza: assicurare che vengano adottate tutte le misure necessarie per prevenire episodi di violenza e garantire la sicurezza di tutti gli operatori penitenziari e dei detenuti.
  • Rispetto delle norme: promuovere il rispetto delle norme e delle procedure all’interno delle strutture penitenziarie, per evitare episodi di tensione e violenza.
  • Gestione appropriata degli incidenti: che vengano prese in considerazione le misure appropriate per gestire e risolvere eventuali incidenti in modo professionale e rispettoso dei diritti e della dignità di tutti.

La solidarietà di Azione

Il segretario provinciale di Azione Giacomo Prandi e il coordinatore cittadino di Alba Massimo Giachino intervengono sugli episodi di violenza che hanno interessato il carcere di Alba: «Esprimiamo la nostra solidarietà e quella di Azione, augurando una pronta guarigione, ai due agenti della Polizia penitenziaria che sono finiti in ospedale,  tali episodi non possono essere tollerati e per questo la nostra vicinanza e impegno nelle istituzioni va a tutti gli agenti che ogni giorno lavorano in situazioni sempre più inaccettabili all’interno delle carceri italiane».

«Rimane centrale però sottolineare, – continuano Prandi e Giachino – come fatto costantemente da Azione in questi anni, che l’istituto penale delle case lavoro, previste dal codice Rocco nel 1930, quando l’Italia era ancora una monarchia sotto il regime fascista, siano ad oggi totalmente incompatibili con la nostra Costituzione. In uno Stato di diritto non può essere accettabile che persone che hanno scontato la loro pena così come previsto dalla legge, vedano la loro detenzione prorogarsi a causa principalmente delle loro patologie psichiatriche o tossicodipendenze, invece di essere inseriti in tutt’altre strutture e percorsi col fine di curarli e reinserirli dove e quando possibile nella società. Per questo – concludono Prandi e Giachino – continua il nostro impegno per una vera riforma della giustizia che vede superata questa stortura del nostro Paese nell’interesse dei cittadini e di chi nel carcere di lavora e ci vive».

Banner Gazzetta d'Alba