
di Giancarlo Montaldo
ENOLOGIA – La strategia è la medesima: intervenire adesso per scongiurare problemi più gravi in futuro. Questo è ciò che traspare dalle decisioni che hanno preso nella seconda parte di luglio 2025 sia l’assemblea del consorzio del Roero, sia quella del consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. Gli interventi di contenimento delle rese riguardano tre vini: Roero Arneis, Langhe Nebbiolo e Barbera d’Alba. Le rese degli altri vini a denominazione di origine di Langa e Roero rimangono inalterate.
Roero Arneis
La decisione dell’assemblea consortile prevede la riduzione del 10% della resa di uve, che il disciplinare fissa in 100 quintali a ettaro. Per la vendemmia 2025, la resa massima sarà di 90 quintali. Tale taglio potrà essere applicato dal singolo produttore sul raccolto di quest’anno oppure con una riduzione di 7 ettolitri per ogni ettaro delle giacenze sfuse di Roero Arneis delle annate 2022, 23 o 24.
Nel secondo caso, la riduzione si otterrà con il declassamento a vino da tavola oppure attraverso una destinazione alternativa (distillazione, acetificazione, ecc.). Il risultato sarà comunque positivo, perché – sia che si riduca la produzione in vigneto, sia che si rinunci a una quantità di vino delle annate passate – le giacenze verranno ridotte e la dinamica tra offerta e domanda troverà un equilibrio migliore.
Inoltre, per conseguire il medesimo obiettivo, l’as-
semblea consortile ha deciso di bloccare totalmente i nuovi impianti di Roero Arneis già programmati nel 2026.
Barbera e Nebbiolo
Decisione analoga a quella del consorzio del Roero è stata presa dall’assemblea del consorzio albese, che ha deliberato di ridurre la resa per ettaro di Barbera d’Alba e Langhe Nebbiolo del 10%, ovvero dai 100 quintali del disciplinare si scende a 90.
Vige in questo caso sempre il 20% di supero di produzione calcolato su 90 quintali e perciò di 18 quintali. Tuttavia, di questi superi solo 10 quintali potranno essere destinati alla produzione di vini da tavola, mentre i restanti 8 dovranno essere destinati ad altri usi (succhi di frutta, distillazione, produzione di marmellata d’uva o cognà, ecc.).
Anche in questo caso, sulla base dell’articolo 39, comma 2 del Testo unico del vino (legge 238/2016), il singolo produttore potrà ottemperare a tale riduzione intervenendo sulle giacenze di una o più delle ultime tre annate, destinando 7 ettolitri a ettaro a divenire vino da tavola. In tali casi, però, la resa per ettaro di uva per l’annata 2025 sarà solo di 90 quintali e non è previsto alcun supero, a parte la tolleranza di 8 quintali che sarà un volano da orientare ad altre destinazioni e non a vini da tavola.
La medesima assemblea consortile ha anche confermato la decisione, già assunta in annate passate, relativa ai vini Doc e Docg da Nebbiolo (Barolo, Barbaresco e Nebbiolo d’Alba). Per questi tre vini la percentuale del supero è limitata al 5 per cento anziché al 20%.
A margine dell’Assemblea abbiamo registrato la soddisfazione del presidente del consorzio Sergio Germano, non solo perché si è trattato di una riunione costruttiva, ma perché si sta sempre più configurando la strategia complessiva a favore della Doc Langhe, una strategia che prevederà in futuro anche specifici interventi di promozione e valorizzazione a favore della medesima.
