di Lidia e Battista Galvagno
PENSIERO PER DOMENICA – ESALTAZIONE DELLA CROCE – 14 SETTEMBRE
L’Esaltazione della santa croce è una festa antica, con una genesi documentata. Il 13 settembre 335, l’imperatore Costantino e la madre Elena fecero consacrare a Gerusalemme la basilica dell’Anastasis (risurrezione), chiamata poi del Santo sepolcro, perché inglobava il colle del Calvario e il sepolcro di Cristo. Il giorno dopo, 14 settembre, fu dedicato alla venerazione della croce di Gesù. Le letture della Messa ci sollecitano però ad andare oltre la rievocazione storica per cogliere il senso spirituale della festa.

La croce non è un simbolo identitario politico, ma religioso. La precisazione è importante in un momento storico in cui assistiamo sovente all’esaltazione del crocifisso come principio di identità, da ostentare e da difendere. La croce si difende da sola, non fosse altro perché la croce vera – non il crocifisso d’oro! – non la cerca e non la vuole nessuno! Nemmeno Gesù l’ha cercata, anzi ha pregato il Padre di essere liberato da essa! La croce – al pari di altre forme di sofferenza – non genera poesia, ma lacrime e atti di fede.
Il dono della salvezza è passato attraverso la croce. Ecco l’atto di fede della prima comunità, documentato da Paolo e Giovanni, mentre i Vangeli si limitano a raccontare l’evento della crocifissione. Nell’inno della lettera ai Filippesi (2,6-11), la croce è il punto più basso toccato da Gesù: da Dio a uomo, fino alla morte più infamante. Ma – ecco la lettura di fede! – «per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni altro nome». Come suggerito da Giovanni (3,13-17), morendo in croce, Gesù ha trasformato uno strumento di morte in strumento di vita, così come, nel deserto, il serpente di bronzo diventava l’amuleto magico che salvava dalla morte certa (Nm 21,4-9). Questo è il piano di salvezza di Dio che «non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui». Dalla morte di Gesù è scaturita la vita: il paradosso cristiano è tutto qui!
L’efficacia salvifica della croce ha una conferma storica. Se guardiamo ai duemila anni di cristianesimo, scopriamo che la fede cristiana, annunciata a tutti i popoli, non si è diffusa nel mondo grazie a guerre e persecuzioni – anche se ci sono stati momenti in cui si è ceduto a questa tentazione! – ma grazie alla nonviolenza e al martirio. I più grandi missionari e i più efficaci testimoni sono stati i martiri, che hanno pagato con la vita la loro fedeltà a Cristo e a tutti i crocifissi della storia. Ma l’aveva intuito già Paolo: «Quando sono debole, è allora che sono forte».
		