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Temporale troppo violento e l’acqua entra dai lucernari dell’ospedale di Asti

Temporale troppo violento e l'acqua entra dai lucernari dell'ospedale di Asti

di Manuela Zoccola

ASTI – L’ennesima bomba d’acqua caduta nei giorni scorsi su Asti ha provocato danni e disagi anche all’ospedale cardinal Massaia.

Si sono verificate perdite dai lucernari della copertura in plexiglass del tetto, con conseguenti e abbondanti infiltrazioni nella piazza sottostante, situata al piano -1, prontamente messa in sicurezza dal personale tecnico.

Inaugurato nel 2004, l’edificio non è stato a suo tempo progettato, come tanti, per sopportare il carico e la violenza di acqua delle perturbazioni atmosferiche che si sono verificate negli ultimi anni. Le opere di manutenzione realizzate e intensificate nei mesi scorsi, però, hanno impedito fortunatamente danni alle attrezzature mediche.

Ospedale vulnerabile in caso di pioggia forte

Il direttore generale dell’Asl At Giovanni Gorgoni ha spiegato: «La copertura originale in plexiglass non è stata a suo tempo dotata di dispositivi anti caduta che consentissero la regolare ispezionabilità e l’eventuale manutenzione delle sigillature. Al mio arrivo a gennaio, mi avevano anticipato che questo ospedale, ancora bellissimo, aveva tra le caratteristiche la vulnerabilità in caso di pioggia».

Al riguardo, Gorgoni ha sottolineato: «In ventuno anni nulla è stato fatto sulla problematica, che ora si fa sempre più vistosa e frequente. Oggi constatiamo che solo per accedere al tetto e ispezionarlo occorrono circa 100mila euro di spesa, a cui vanno aggiunti i costi delle inevitabili riparazioni e sostituzioni degli elementi ammalorati. Nonostante le limitazioni del budget e l’esigenza di contenimento della spesa, l’Azienda sta valutando  diverse soluzioni per reperire le risorse necessarie agli interventi  di manutenzione più urgenti».

Gorgoni ha concluso: «Ci scusiamo con gli utenti per il disagio e ringraziamo tutti gli operatori che si sono prontamente messi a disposizione per consentire il regolare funzionamento dei servizi».

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