
di Manuela Zoccola
ASTI – La delicata crisi idrica, che sta interessando la Val Bormida astigiana, è stata oggetto di un recente tavolo tecnico, presieduto dal prefetto di Asti Claudio Ventrice. Alla riunione erano presenti i sindaci di Bubbio, Loazzolo e Roccaverano, il presidente dell’Unione montana Langa Astigiana Val Bormida, i rappresentanti dell’Ato 6, dell’Amag e dell’Acquedotto delle Langhe e Alpi cuneesi.
La questione era già stata affrontata nel corso di un precedente incontro, che il prefetto aveva avuto con alcuni amministratori della Val Bormida astigiana a settembre e convocato a seguito di alcune segnalazioni fatte pervenire dal presidente dell’Unione montana Langa Astigiana Val Bormida e dal sindaco di Bubbio, nelle quali veniva rappresentato il grave problema relativo all’approvvigionamento idrico di alcune realtà della Valle.

Il nuovo incontro ha permesso di avviare un dialogo tra tutti i soggetti coinvolti nella problematica, con l’obiettivo di fare sistema e iniziare un percorso che dovrà portare, nel più breve tempo possibile, alla definitiva soluzione delle criticità e alla riduzione dei disagi per la popolazione residente. Soltanto con il raggiungimento di questi risultati si potrà incrementare la nascente vocazione turistica, che in questi ultimi tempi caratterizza il territorio del Sud Astigiano.
Metà dell’acqua si disperde prima di arrivare ai rubinetti
Gli sforzi che i soggetti gestori del bene idrico porranno in essere nell’immediato si indirizzeranno inizialmente verso una verifica delle perdite, le quali in questo momento arrivano a interessare quasi il 50% dell’acqua prelevata dalle sorgenti, al fine di procedere con interventi strutturali di sostituzione delle condutture danneggiate o particolarmente vetuste.
Al contempo, verrà avviata un’indagine volta a individuare ulteriori fonti di approvvigionamento, anche attraverso la riattivazione di vecchi pozzi da tempo inutilizzati. Soddisfatte per l’esito dell’incontro tutte le parti intervenute, che hanno manifestato il proposito di ritrovarsi nel mese di dicembre per effettuare una disamina circa quanto approntato, i risultati che saranno stati conseguiti e le eventuali ulteriori ipotesi d’intervento.
