
di Elisa Rossanino
ALBA – All’ombra del foro Boario di piazza Prunotto il secondo giovedì di ottobre (il 9) tornerà la storica Rassegna dei bovini piemontesi di sottorazza albese della coscia (nota anche coma Fassona), da quest’anno organizzata con il supporto dell’ente Fiera. «L’obiettivo di questa scelta è quello di promuovere ulteriormente l’immagine dell’evento e di inserirlo a pieno titolo nel programma della Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba», spiega Roberto Cavallo, assessore all’agricoltura.
Consapevoli che la rassegna rappresenta un appuntamento fisso per molti allevatori di bovini dislocati tra Alba, Bra, le Langhe e il Roero e non solo, «per l’edizione 2025 abbiamo deciso di implementare il comitato scientifico che, come ogni anno, ha il compito di promuovere e organizzare le attività correlate e successive alla rassegna». Tra gli esperti ci saranno Fabrizio Ventura, presidente della Confraternita del bollito e della pera Madernassa, Sergio Capaldo, dell’Università di scienze gastronomiche, Luca Battaglini dell’Università di Torino; Flavio Tomatis in rappresentanza dei Macellai tradizionali della provincia di Cuneo, Elisabetta Cocito dell’accademia Cucina Italiana. Sotto l’ala di piazza Prunotto non mancheranno i rappresentanti dell’Aca, delle associazioni di categoria, di Anaborapi e Coalvi.
«La manifestazione si svolgerà nel rispetto delle normative sanitarie e di sicurezza attualmente in vigore. Con l’Asl abbiamo messo a punto il piano per questa edizione, confermando il buon lavoro svolto nel 2024. L’anno scorso nemmeno la blue tongue aveva fermato la rassegna centenaria. Non dobbiamo, però, dimenticare che le difficoltà che oggi attraversano gli allevatori sono ampie e quella sanitaria è solo una delle tante. L’appuntamento rappresenta la possibilità di portare al centro dell’attenzione una categoria spesso in difficoltà, ma dobbiamo farlo in sicurezza per tutti: animali, allevatori e spettatori», dice Cavallo.
Sebbene la manifestazione negli anni sia riuscita a registrare un incremento delle presenze, rappresentando un punto di riferimento per molte aziende locali, oggi il settore deve fare i conti con una diminuzione degli allevamenti. «Scegliere di acquistare e consumare carne in modo responsabile significa anche scegliere a quale filiera fare riferimento. La rassegna avvicina produttore e consumatore valorizzando il commercio locale: dal pascolo alla tavola. Il foro Boario di piazza Prunotto non mette più in connessione domanda e offerta, ma permette di avvicinare la cittadinanza a una categoria che ha fatto la storia dell’Albese. Il tipo di allevamento estensivo della sottorazza albese della coscia è inoltre utile alla salvaguardia del territorio con un occhio di riguardo alla biodiversità».
All’edizione 2025 saranno presenti una decina di allevatori, tra conferme storiche e nuovi ingressi. Loro si contenderanno alcuni dei riconoscimenti in palio che, per l’ultimo anno, manterranno la dicitura storica. Come anticipato dall’assessore, «dal 2026 la maggior parte delle bestie saranno classificate sulla base della scheda anagrafica e non più su caratteristiche come la dentizione. Un cambiamento che abbiamo discusso con Anaborapi».
A parte qualche piccola novità, in generale le caratteristiche resteranno quelle di sempre. Tra le conferme emerge la figura di Piero Oberto, protagonista della rassegna da oltre quarant’anni. «Per l’esattezza guardo e scelgo i capi meritevoli dei premi da 44 anni. Le bestie in mostra hanno caratteristiche senza eguali, si tratta di una razza unica».
