IL RACCONTO – C’erano famiglie, bambini, persone comuni, studenti e ragazzi che reggevano uno striscione a difesa della Palestina. In un clima di relativa serenità il corteo è partito venerdì 10 da zona H per recarsi verso il teatro sociale Giorgio Busca, dove era previsto l’arrivo del ministro Paolo Zangrillo per l’inaugurazione della Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba.
Eppure, quando i ragazzi che reggevano lo striscione si sono avvicinati alle file della Polizia in tenuta antisommossa: «Gli agenti hanno sollevato i manganelli e iniziato a picchiare. Nessuna provocazione da parte dei manifestanti, solo alcune parole», raccontano i presenti. Sono molte le voci e le testimonianze da parte dei partecipanti. Tra loro una donna con la figlia di pochi anni: «Non abbiamo fatto nulla, l’idea del corteo era solo arrivare al teatro e dire la nostra, parlare con il megafono».
Aggiungono: «È semplicemente l’atto democratico di “dire la propria” al cospetto di un ministro appartenente a un Governo che è stato denunciato alla Corte penale internazionale per complicità in genocidio. Dobbiamo avere il diritto di espressione senza il timore di subire ritorsioni».
Un altro racconta: «In quel corteo c’erano più di 5 bambini sotto i 7 anni. Se il corteo avesse arretrato in modo disordinato e spaventato li avrebbe schiacciati».
Il commento della consigliera regionale Marro
Come ha spiegato su Facebook la consigliera regionale Giulia Marro, l’atto del corteo sembrava anche rivolto alla fiera. «La Fiera del tartufo bianco d’Alba racconta una parte preziosa della nostra identità, ma anche un modello economico che non è accessibile a tutti e che spesso lascia nell’ombra chi lavora la terra, chi garantisce la qualità, chi vive le disuguaglianze».
m.d.
