Palio 2025: ecco il tema della sfilata di tutti i borghi albesi

Ogni borgo ha scelto un tema per la propria sfilata.

Palio 2025: ecco il tema della sfilata di tutti i borghi albesi
Una delle sfilate degli scorsi anni.

FIERANon c’è stata la serata della rievocazione, ma ci sarà un Premio sfilata, che andrà al borgo che si presenterà nel campo del Palio con gli abiti, l’allestimento, la scenografia e l’interpretazione migliori. La sfilata inizierà, domenica 5 ottobre, alle 14,30 da piazza Ferrero, fino a piazza Cagnasso, dove si correrà il Palio. Ciascuna contrada ha scelto un tema, tra episodi storici reali ed elementi del folclore, con rimandi all’attualità.

Il tema dei singoli borghi

  • Il primo a sfilare sarà il borgo Santa Rosalia, che si concentrerà sul concetto di gioco: «I giochi dal Medioevo a oggi, progresso o regresso? Facciamoli uscire a riveder le stelle!», è il messaggio della loro sfilata, prendendo in prestito le parole di Dante. Allora i giochi erano di materiale povero: legno, sassi, stoffe, piume. Oggi è tutto diverso, tra schermi e tecnologia che allontanano i più piccoli dalla natura e dalla libertà. È per questo che sarebbe bello tornare a guardare il cielo.
  • Con Patin e tesòr, il secondo borgo a sfilare, si passerà a un altro tipo di divertimento: i figuranti di piazza San Paolo si caleranno nelle vesti di uomini e donne del 1311, quando ad Alba fu proclamato vescovo un certo Raimondo. L’ambientazione riprende la Festa dei folli, una tradizione curiosa diffusa in tutta Europa, celebrata a dicembre. Era organizzata dal clero e rivolta agli adulti come ai bambini: non c’erano solo maschere e travestimenti, ma anche parodie.
  • Con i Brichet, si resterà nel Medioevo, ma in chiave allegorica: i borghigiani porteranno in scena la bellezza del Calendimaggio, la celebrazione della primavera con erbe, giochi e danze. L’anno scelto è il 1192, quando il trovatore Raimbaut de Vaqueiras arrivò dalla Provenza al Monferrato, ospite del marchese Bonifacio. Qui si innamorò della sorella di quest’ultimo, Beatrice, a cui dedicò versi appassionati paragonandola, per l’appunto, alla primavera.
  • La scena sarà poi calcata dal borgo San Lorenzo, che ha scelto di rappresentare la tragica vicenda di Lionel d’Inghilterra, a cui venne data in sposa, da Galeazzo Visconti, la giovane figlia Violante. Lionel era duca di Anversa, di Clarence e cadetto di Edoardo III. La dote era di 200mila fiorini, con i territori di Cuneo, Mondovì, Cherasco e Alba. Fu proprio nella nostra città che, all’improvviso, il giovane duca morì. Violante, vedova ancora bambina, si trovò a indossare il lutto, mentre nella cattedrale albese si celebravano i funerali del suo sposo. A seguire il feretro, i cavalieri d’Inghilterra, in preghiera per lui.
  • Il borgo del Fumo proporrà l’atmosfera dell’antica via del Sale, tra polvere, pioggia, fatiche e pericoli di ogni genere, com’era nel 1400. Protagonisti saranno i signori del borgo: Oddone, dei conti di Cassiano e Frontiniano, e la moglie Violante, che incontreranno i commercianti liguri guidati dal marchese del Carretto. Quello rappresentato nella sfilata sarà il connubio tra due terre, con i loro prodotti: da un lato uva e formaggi, dall’altro spezie, seta, pesce e olio.
  • A presentarsi al pubblico e alla giuria di piazza Cagnasso sarà poi il borgo Moretta, negli abiti e nell’atmosfera del 1300. Si rievocherà la vicenda del nobile Giacomo Melchiotto Falletti, costretto a rifugiarsi ad Alba dalla vicina – e rivale – Asti, a causa del sostegno suo e della sua famiglia al sovrano Carlo d’Angiò. Per consolidare la sua posizione, Falletti invitò in città il nuovo conte di Piemonte, Raimondo Berengario, accolto con una grande festa in concomitanza con l’inizio della vendemmia. Tra lanci di bandiere, tamburi, musica e danze, la serata passò alla storia, tanto da arrivare fino ai giorni nostri.
  • Dal divertimento, si passerà alla guerra, con i borghigiani delle Rane pronti a sfilare con spade, scudi ed elmi per rievocare il tempo delle Crociate. Nel 1275, molti cavalieri europei si stavano preparando a nuove campagne in Terra santa. L’atmosfera sul campo del Palio sarà proprio quella dell’assalto, con la grande catapulta costruita sul posto, pronta a essere innescata dai cavalieri al segnale del comandante. Era l’inizio dell’assedio: ogni macigno scagliato aveva un forte peso, mosso dall’intento di assediare una città e un popolo nel nome della religione. «Oggi non siamo qui per glorificare quella guerra. Siamo qui per ricordare. Per comprendere. Per trasformare. Le armi che portiamo in corteo non vogliono più dividere, ma unire», scrivono nella loro presentazione dal borgo.
  • Con Santa Barbara la sfilata si chiuderà con una rappresentazione che resterà legata all’attualità, anche locale. Si partirà con un’allegoria tipicamente medievale, quella del buono e del cattivo governo, raffigurati nell’affresco di Ambrogio Lorenzetti conservato a Siena, datato attorno al 1338. L’opera è stata la fonte d’ispirazione per i borghigiani, con una reinterpretazione in particolare delle figure del tiranno, dell’ira e della superbia che schiacciano la giustizia. Spiegano dal borgo: «L’immagine può legarsi anche a ciò che sta accadendo a livello mondiale, dove è in corso un’escalation di disordine e violenza, spesso per la miopia e l’arroganza dei governanti dei vari Paesi». Non solo: «In scala ridotta, sarà possibile cogliere, per chi vorrà intenderlo, anche il nesso con l’attualità locale: la festa che si trasforma in corteo funebre sarà, volendo, proprio la nostra cara rievocazione storica, quest’anno cancellata dai programmi con un colpo di spugna». Certo, precisano, non per colpa di un tiranno, «ma sentiamo il bisogno di elevare una (pacata) protesta rispetto a un certo modo di prendere le decisioni, secondo noi davvero poco illuminato, anche rispetto al diverso peso che evidentemente hanno i vari borghi agli occhi degli enti e degli organizzatori». Non è un azzardo dire che la sfilata farà discutere.

A chiudere sarà il borgo San Martino, fuori gara perché è il vincitore dell’edizione precedente: porterà in scena l’omaggio alle donne della storia emerse dal cono d’ombra del maschilismo.

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