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Prezzo e stabilità: l’energia che serve alle imprese

ECONOMIA Prezzi dell’elettricità fino all’87% superiori a quelli francesi, margini industriali compressi e investimenti rinviati: è la fotografia scattata durante il convegno “Caro energia – Una sfida per le imprese”, promosso da Confindustria Cuneo. Dalla giornata è emersa una risposta corale: serve una visione di lungo periodo, strumenti immediati e alleanze territoriali per ridare competitività al sistema produttivo.

«Una politica energetica non si costruisce nell’emergenza: oggi non risolviamo tutto, ma diamo basi solide di lavoro comune», ha spiegato Andrea Corniolo, responsabile Sicurezza, Ambiente ed Energia di Confindustria Cuneo, sottolineando l’impegno dell’associazione nel collegare i bisogni del territorio con le scelte nazionali.

Per Gian Luca Molino, presidente della sezione Energia di Confindustria Cuneo, che rappresenta 31 aziende, «il caro energia non è una congiuntura, ma un problema di sistema. Occorre un approccio integrato e lungimirante che garantisca energia sicura, efficiente e sostenibile». Le imprese chiedono un quadro normativo chiaro, capace di accompagnare la transizione e salvaguardare competitività e investimenti.

Il delegato di Confindustria per l’Energia e la Transizione energetica, Aurelio Regina, ha indicato la via: «L’energia non ha mille soluzioni: ne ha poche, da portare avanti con responsabilità di Paese. Il mercato italiano resta il più caro d’Europa: servono disaccoppiamento, compensazioni Ets, autorizzazioni snelle e contratti di lungo termine». Regina ha richiamato un modello “alla spagnola”, fondato su rinnovabili, termoelettrico efficiente e nuovo nucleare, e ha ricordato che strumenti come Ppa con garanzia Gse, energy release, bandi regionali e comunità energetiche sono già operativi.

Nel suo intervento, Michele Vitiello, segretario di World Energy Council Italia, ha inquadrato la sfida globale: «La “just transition” mette la persona al centro e compone il trilemma tra sicurezza, sostenibilità e accessibilità». La domanda cresce, spinta da intelligenza artificiale, data center e industrializzazione dei Paesi emergenti, mentre in Italia le reti devono ancora essere potenziate. «L’Italia può ambire a diventare hub europeo del riciclo delle materie critiche, valorizzando competenze ed economia circolare».

Dal fronte europeo, Nicola Calvano, delegato a Bruxelles per Confindustria Cuneo, ha segnalato il cambio di paradigma: «Siamo passati dal Green Deal al Clean Industrial Deal: la transizione deve essere pragmatica e compatibile con la nostra architettura industriale». Le priorità, ha sottolineato, restano prezzi accessibili, unione dell’energia, investimenti e sicurezza: «Senza strumenti comuni e un “level playing field” tra Stati membri, il rischio è la delocalizzazione e la perdita di competitività».

Ottavio Retico, senior energy advisor del Gse (Gestore dei Servizi Energetici), ha spiegato come l’ente agisca oggi da facilitatore: «Non solo attuatore, ma abilitatore della transizione per le imprese». Dalle aste arrivano segnali positivi: «La prima procedura Ferx ha registrato offerte fotovoltaiche anche sotto i 60–65 €/MWh: è l’avvio del disaccoppiamento a vantaggio dei consumatori industriali». Nel 2024, oltre 8 miliardi di euro di incentivi e 700mila titoli di efficienza energetica hanno contribuito a contenere i costi.

La Regione Piemonte è parte attiva del processo. Elisa Guyot, dirigente Sviluppo Energetico Sostenibile, ha ricordato che «della programmazione FESR 2021–27 circa 130 milioni sono stati destinati alle imprese, di cui 73 milioni per finanziare 230 aziende con 70 MW installati di rinnovabili». In corso la pianificazione per accelerare gli iter autorizzativi: «Il Piano regionale delle zone di accelerazione per le rinnovabili sarà adottato entro il 21 febbraio 2026».

Sul fronte delle alleanze territoriali, Marco Sbuttoni, presidente del Consorzio Grande Energia di Confindustria Cuneo, ha spiegato: «Mettersi insieme conviene: si porta al tavolo dei fornitori un profilo di consumo solido e si negozia meglio». L’obiettivo è garantire prevedibilità: «Sapere quanto costerà l’energia tra cinque anni guida piani industriali e relazioni con i clienti».

A chiudere i lavori, Walter Cornero ha presentato l’esperienza della Cer Roero: «Il 90% delle risorse, al netto dei costi di gestione, torna a cittadini e imprese». Per le Pmi l’incentivo da condivisione vale tra 12 e 14 c€/kWh, cumulabile con il 40% a fondo perduto del Pnrr, mentre per le grandi imprese restano percorribili schemi di partnership e contratti con le comunità energetiche.

Redazione

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