
di Manuela Zoccola
SALUTE – Velocizzare la presa in carico dei pazienti geriatrici ed evitare ricoveri impropri. È la filosofia alla base del progetto astigiano presentato come buona pratica al ventunesimo Congresso internazionale della medicina geriatrica a Reykjavik.
La velocità d’intervento su un paziente geriatrico è fondamentale per evitare un aggravamento rapido del quadro clinico e, di conseguenza, il ricorso forzato all’ospedalizzazione che, seppur spesso necessaria, rappresenta per gli anziani un evento critico. Le evidenze scientifiche documentate a livello internazionale segnalano, infatti, che nel caso di pazienti fragili il ricovero ospedaliero incrementa il rischio di declino funzionale e cognitivo, di infezioni o eventi avversi ai farmaci, nonché quello di mortalità.
Il progetto dell’Asl di Asti
Da queste considerazioni prende le mosse il progetto che l’Asl di Asti sta implementando grazie a una collaborazione sempre più stretta tra ospedale, servizi territoriali e medici di medicina generale. Tenuto conto che, nell’ambito del bacino dell’Asl astigiana, gli over 65 sono il 27,5 per cento della popolazione, contro il 26,8 per cento a livello piemontese. A spiegare la novità è Laura Norelli, direttore della struttura complessa di Geriatria: «Lo scopo è ridurre i ricoveri potenzialmente “evitabili” dei pazienti fragili, evitando accessi impropri al Pronto soccorso e aumentando la possibilità per questi soggetti di essere curati a casa».
Il percorso parte dal medico di famiglia che, nel momento in cui individua un paziente over 75 con peggioramento dello stato di salute tale da richiedere una valutazione specialistica, emette un’impegnativa per visita geriatrica, la quale viene presa in carico dalla centrale ospedaliera territoriale (Cot). La richiesta è analizzata secondo criteri prestabiliti e inviata al geriatra ospedaliero, che visiterà il paziente in regime ambulatoriale. A seconda del caso, il geriatra potrà stabilire il rientro a domicilio con idonee terapie (anche parenterali) e medicazioni; eventuale attivazione delle cure domiciliari, mediante l’intervento e il monitoraggio degli infermieri di Famiglia e di comunità; il ricovero diretto presso il reparto di geriatria, evitando l’accesso in Pronto soccorso.
Norelli aggiunge: «Il progetto, in parte già funzionante secondo le attuali risorse, ha dato dei buoni risultati in termini di protezione e “accudimento” dei pazienti anziani con comorbilità e multimorbilità. Per garantirne il successo, è fondamentale una stretta sinergia tra i vari professionisti, superando difficoltà organizzative e investendo in strumenti digitali (a breve l’attivazione della telemedicina per il monitoraggio e la presa in carico a distanza)».
Norelli ha concluso: «Il fine ultimo è creare un modello assistenziale sostenibile e replicabile, in grado di garantire benefici non solo ai pazienti geriatrici, ma anche alle loro famiglie e all’intero sistema sanitario».
