La lotta contro l’Acna è chiusa negli scatoloni

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L'archivio di Valle Bormida pulita a Cortemilia.

VALLE BORMIDA In una sala del castello di Monesiglio e in una vecchia aula delle scuole medie, nell’ex convento francescano di Cortemilia, è custodita, in decine di anonimi scatoloni, una parte fondamentale della storia del Novecento in Valle Bormida. Sono i documenti raccolti, durante la lotta contro l’inquinamento dell’Acna, dalle associazioni Rinascita Valle Bormida e Valbormida viva e quelli dell’archivio del giornale Valle Bormida pulita, che negli anni più caldi è stato la voce di chi si batteva contro l’azienda chimica di Cengio. Ci sono testi, foto, articoli, striscioni, manifesti, volantini, video (anche di emittenti televisive straniere), registrazioni audio, pubblicazioni e molto altro.

A Monesiglio (nel castello, ora in comodato al Comune e in attesa di restauri) è “parcheggiato” il materiale del centro di documentazione di Valbormida viva, che fino a qualche anno fa era consultabile in una sala del Municipio. Tra i documenti ci sono anche quelli relativi al trasporto dei rifiuti dell’Acna nelle discariche in Campania, al centro di un celebre scoop di Renzo Fontana su Valle Bormida pulita e pubblicati da Gazzetta d’Alba nel 2008, quando si iniziò a parlare a livello nazionale della cosiddetta terra dei fuochi.

L’archivio del giornale (compreso il materiale utilizzato lo scorso anno per la bella mostra allestita a palazzo Re Rebaudengo a Guarene) si trova a Cortemilia, messo al sicuro grazie al tempestivo intervento del Comune, dopo che il nubifragio e la grandinata del 6 luglio 2023 avevano danneggiato quella che era la redazione del periodico.

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Il materiale di Valbormida viva è nel castello di Monesiglio.

La buona notizia è che la grande mole di documenti non è andata persa. Quella cattiva è che il materiale non è per ora consultabile, anche se qualcosa fortunatamente si sta muovendo, grazie all’associazione Rinascita Valle Bormida che sta elaborando un progetto per salvaguardare la memoria storica di una vicenda che ha segnato generazioni di valbormidesi. «Si tratta di un patrimonio culturale di rilevanza nazionale e internazionale, che merita di essere riconosciuto e promosso come eccellenza socioculturale del nostro territorio», si legge nella bozza del progetto, che verrà inviata a tutti i Comuni della Valle, dal Savonese all’Alessandrino.

L’obiettivo dell’iniziativa è creare un centro di documentazione e ricerca dedicato alla conservazione e valorizzazione dell’archivio di quello che è stato il primo grande movimento ecologista italiano. Il primo passo sarà individuare (con la collaborazione dei Comuni) un luogo adatto ad accogliere la documentazione ora sparsa sul territorio, e magari anche il materiale proveniente dagli archivi personali di chi ha vissuto in prima persona quegli anni. Il passo successivo sarà, puntando sul sostegno di enti locali e fondazioni bancarie o partecipando a bandi nazionali ed europei, procedere all’acquisizione delle attrezzature e dei servizi necessari alla catalogazione e digitalizzazione dei materiali, per la creazione di un database accessibile e permanente.

Secondo i promotori il centro potrebbe diventare un punto di riferimento per la realizzazione di tesi di laurea, articoli, documentari, opere audiovisive e progetti artistici, con attività culturali, educative e ambientali condivise su tutta la vallata.

 Corrado Olocco

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