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La sfida più complessa: riorganizzare da campo il teleriscaldamento ad Alba

Oggi il calore proviene dalla centrale Alba Power, di proprietà di Ferrero, che garantirà il servizio fino al 2030, anche se il contratto scadrà nel 2027: è per questo che è il momento di trovare soluzioni alternative

La sfida più complessa: riorganizzare da campo il teleriscaldamento ad Alba
La centrale Alba power.

di Francesca Pinaffo e Davide Barile

IL CASOChe cosa accadrebbe al teleriscaldamento albese se non fosse più alimentato dalla centrale Alba power di Ferrero, che assicura acqua calda alla rete? È una domanda complessa, a cui ne seguirebbe immediatamente un’altra: quali soluzioni potrebbero essere prospettate per garantire la continuità del servizio agli oltre 600 condomini serviti? Il condizionale può anche sparire, dal momento che parrebbe uno scenario reale, per quanto nell’immediato non ci sarebbero cambiamenti.

Tra punti fermi e domande

Partiamo da una certezza: a settembre 2027, scadrà la concessione per il servizio tra Egea – che utilizza il calore prodotto da Alba power – e il Comune. Ma se questa scadenza è nota, un “dettaglio” era passato sotto traccia: non è detto che la fornitura continui ad arrivare dall’impianto che affaccia sul Tanaro. O almeno, sul lungo periodo, su questo aspetto non ci sarebbero certezze. Per farla semplice, potrebbe essere necessario trovare una soluzione alternativa per il teleriscaldamento.

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Cesare Cuniberto di Comuneroero.

A sollevare la questione è Cesare Cuniberto, presidente di Comuneroero, esperto di tematiche energetiche e parte di un comitato spontaneo attivo sul territorio: «Da ciò che ci risulta, già mesi fa Ferrero avrebbe comunicato a Iren e al Comune le proprie intenzioni di non proseguire con il contratto. La scorsa settimana, insieme ad altri membri del comitato, ho incontrato il sindaco Alberto Gatto per avere risposte. Il punto chiave è questo: dal momento che parliamo di una scadenza imminente, come Alba si sta preparando a questo passaggio e quali sono le intenzioni dell’Amministrazione? Confermato lo scenario e anche la disponibilità di Ferrero a garantire il servizio dopo il 2027, ci è stato risposto che verrà analizzata la materia con esperti, per trovare la migliore soluzione. Ecco, dal nostro punto di vista siamo già in ritardo».

Una storia complessa

Per capire meglio ciò che potrebbe accadere, però, serve fare qualche passo indietro. Quella del teleriscaldamento è una materia molto complessa, in cui le questioni locali si intersecano con un quadro normativo dai profili incerti, un vero e proprio vuoto, su cui l’Arera (l’autorità nazionale che regola l’energia) sta mettendo mano proprio in questo momento. Torniamo all’Alba del 2005, quando Egea – allora partecipata dal Comune – e Ferrero creano Alba power. Lo scopo è quello di realizzare, entro il 2007, una grande centrale a gas a ciclo combinato da 50 megawatt, con un investimento di circa 40 milioni di euro.

A marzo del 2016, la multiservizi della famiglia Carini cede a Energhe, società della galassia Ferrero, la sua metà della centrale, che in questo modo diventa al cento per cento di proprietà del gruppo dolciario. Anche Energhe sparirà nel 2018, incorporata dalla stessa Ferrero. Nel frattempo, pur cambiando proprietà e senza conseguenze per i cittadini, Alba power ha continuato a vendere calore a Egea, che in questo modo ha alimentato la rete del teleriscaldamento in virtù della concessione siglata con il Comune.

Le prospettive future

In tutto questo, però, sono subentrati altri fattori. Cuniberto: «Con un mercato dell’energia stabile, il teleriscaldamento era conveniente, sia per il fornitore che per i clienti». Ma con un mercato turbolento, come quello degli ultimi anni, le cose sono cambiate: «Il problema è che la tariffa non avrebbe dovuto essere collegata a quella del gas, ma ai reali costi di produzione, in genere più bassi perché beneficiano della fornitura di acqua calda dalla centrale». Ed è così che, un po’ perché la normativa in materia è carente e un po’ per la concessione stipulata, Alba si è ritrovata con tariffe superiori rispetto alle città vicine (nel 2023, per esempio, si parlava di un differenza di oltre il 40 per cento, come Gazzetta d’Alba ha già spiegato un anno fa, ndr).

E se l’Arera da anni sta lavorando per regolamentare la materia e per mettere a punto una tariffa sul teleriscaldamento nazionale calcolata sui costi effettivi – che però entrerà in vigore non prima del 2027 –, si può tornare all’immediato futuro albese: «In teoria, il Comune può diventare l’unico proprietario delle rete, pagando a Iren un valore residuo molto contenuto. Ma dall’altro lato, venendo meno Alba power, bisogna interrogarsi seriamente, perché la costruzione di una nuova centrale pare utopistico, oltre che poco vantaggioso».

Ferrero garantisce il calore fino al 2030

Sulla volontà, da parte del gruppo Ferrero, di dismettere la centrale di cogenerazione dell’acqua calda per il teleriscaldamento allo scadere della concessione, al momento non arrivano smentite ma rassicurazioni riguardanti l’erogazione del servizio ai cittadini. Dopo aver contattato l’azienda, abbiamo ricevuto come risposta una nota: «Al fine di garantire la continuità del servizio in questione e a beneficio della collettività, Ferrero ha già manifestato all’Amministrazione comunale la disponibilità a fornire calore al sistema di teleriscaldamento cittadino anche oltre la naturale scadenza contrattuale, sia per la stagione termica 2028-2029, sia per la stagione 2029-2030». Un lungo periodo assicurato di calore, ma anche di ossigeno per il Comune, che avrà più tempo per ragionare a fondo sui ventuno mesi che ora mancano alla scadenza.

Gatto: «Affronteremo la situazione con serietà nell’interesse degli albesi»

Il mandato del sindaco Alberto Gatto terminerà nel giugno 2029. E di certo il tema del teleriscaldamento terrà banco durante la campagna elettorale. Nel cilindro del primo cittadino, a seconda di come andrà, potrà esserci un successo o un appiglio nelle mani della minoranza. Per ora, Gatto ha risposto: «È un argomento che stiamo affrontando con la dovuta attenzione in vista della nota scadenza della concessione prevista per il 2027. Si sta dialogando, com’è giusto che sia, con tutti i soggetti coinvolti per verificare le loro posizioni, esigenze e opportunità». Il sindaco specifica: «Come Comune, il nostro obiettivo prioritario è garantire ai cittadini il miglior servizio possibile. È la bussola che ci guiderà tenendo conto anche del rispetto ambientale, dell’innovazione tecnologica e della volontà di mantenere tariffe contenute». Nessuna risposta è arrivata sulla possibilità di pagare a Iren il valore residuo per rendere il Comune proprietario della rete né sul come trovare calore. 

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