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Marello sull’At-Cn: «L’autostrada della vergogna», mentre il Pd regionale diserta l’inaugurazione

Il Pd regionale ha disertato l'inaugurazione dell'ultimo lotto dell'autostrada, parlando di pochi fatti e di molta propaganda

Il Partito Democratico ritrovi fiducia e unità intorno alle persone migliori per il Piemonte e i piemontesi. Lettera aperta di Maurizio Marello
Maurizio Marello

ASTI-CUNEO – Il Pd regionale ha scelto di disertare l’inaugurazione dell’ultimo lotto dell’Asti-Cuneo, avvenuta questa mattina, in attesa dell’apertura al traffico di domani, 30 dicembre. Lo hanno comunicato con una nota il consigliere regionale astigiano Fabio Isnardi e il collega di Saluzzo Mauro Calderoni.

Resta da terminare

Isnardi: «Sono ovviamente soddisfatto che quest’opera interminabile si avvii finalmente verso una conclusione, ma da festeggiare c’è ben poco: i lavori, come previsto dal contratto iniziale, avrebbero dovuto concludersi nel 2011. A distanza di quattordici anni, una parte dell’autostrada continuerà ancora per mesi a funzionare a una sola corsia. Un’infrastruttura lunga poco più di 90 chilometri che rappresenta plasticamente il fallimento dello Stato nella gestione delle concessioni: forte con i cittadini che pagano, debole con i concessionari quando si tratta di pretendere investimenti e rispetto dei tempi».

E ancora: «Sarà un’autostrada costosa, pagata dagli utenti attraverso il sistema del free flow. Per completarla, limitando l’esborso di chi incassa i pedaggi dal 2007, si è fatto ricorso a meccanismi finanziari discutibili e a operazioni di cross-financing con la Torino-Milano. Scelte che hanno spostato il peso dell’inefficienza pubblica sulle spalle di chi utilizzerà quotidianamente questa infrastruttura. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: hanno perso i territori, hanno perso i cittadini, ha perso il Piemonte. Non è un caso se la nostra regione è stata declassata dall’Europa da area “più sviluppata” ad area “in transizione”: questa autostrada incompiuta, inaugurata più volte, ne è un simbolo amaro».

Chi governa oggi deve assumersi le proprie responsabilità

Calderoni ha aggiunto:  «Alla propaganda delle inaugurazioni si deve contrapporre la verità. L’Asti-Cuneo non è un’infrastruttura conclusa: mancano ancora le opere complementari, a partire dal nodo di Alba, senza le quali l’autostrada resta funzionalmente incompleta e incapace di dare risposte adeguate ai territori che attraversa. Il presidente Cirio è molto abile nel rappresentarsi come colui che “sblocca” le grandi opere, ma in questo caso – come in molti altri – si limita a tagliare nastri su problemi irrisolti. La responsabilità dei ritardi e delle scelte sbagliate va distribuita lungo una storia che parte dal 1991 e attraversa governi nazionali, regionali e gestioni concessionarie. Chi governa oggi, però, ha il dovere di assumersi la responsabilità del presente e di completare davvero le opere, non di usarle come strumento di autocelebrazione».

Marello: «L’autostrada della vergogna»

Tra chi nei giorni scorsi aveva palesato un pensiero analogo l’ex sindaco di Alba Maurizio Marello: «Dopo 26 anni dal primo affidamento , 22 anni dalla gara di appalto e dopo che questa autostrada doveva essere ultimata nel 2011 come da contratto, c’è poco da inaugurare e festeggiare. Dico subito che saremo felici di percorrere sia pure a caro prezzo questi 90 chilometri o poco più, con tanto di free flow per pagare ( ne avremo fatto volentieri a meno). Un po’ meno felici di pagare un pedaggio molto salato. Molto perplessi nel constatare che la società Asti-Cuneo, alias Gruppo Gavio di Tortona – che dal 2007 incassa i pedaggi e che doveva ultimare l’autostrada a proprie spese – grazie alla compiacenza della politica nazionale e regionale, finisce l’opera ( con vari meccanismi finanziari e di appalto vedi cross-financing con la Torino-Milano) sostanzialmente senza aprire il portafoglio, o quanto meno aprendolo poco poco. Questa è l’Italia. Un paese che invece di gestire la rete autostradale in proprio l’ha data in appalto. Con lauti guadagni dei concessionari che neppure facevano la manutenzione ( vedi ponte di Genova). Dopo trent’anni otterremo ( in modalità cantiere) l’autostrada della vergogna. E’ triste pensare che questa vicenda sia accaduta nella nostra amata terra».

redazione

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