di Elisa Rossanino
BRA – I funzionari del Dipartimento di prevenzione e igiene della produzione di alimenti di origine animale dell’Asl Cn2, nell’ambito dei consueti controlli, a fine novembre in una macelleria del Braidese avevano prelevato alcuni campioni di carne macinata di bovino e suino nel laboratorio annesso ai locali di vendita.
Le analisi e il sequestro
Sulla merce, analizzata dall’istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, erano state rinvenute tracce di solfiti. Nello stesso laboratorio i funzionari avevano rinvenuto anche una boccetta contenente la sostanza vietata per legge.
Era così disposto il blocco delle merci e dei prodotti preparati nel laboratorio.
La decisione del titolare
Il titolare della macelleria, che non aveva richiesto una controperizia documentale e aveva nominato l’avvocato albese Roberto Ponzio come difensore, ha scelto di revocare il blocco della merce accettando di mandare in distruzione le carni sequestrate.
Il patteggiamento
Nell’udienza del 16 dicembre svolta davanti al Gip Alessandro Cossu presso il palazzo di giustizia astigiano ha chiesto di patteggiare. Un’istanza accolta dal giudice e dal pubblico ministero che prevede il pagamento di un’ammenda di 1.200 euro.
Commenta il legale: «La modesta pena pecuniaria concordata con il Pm evidenzia che la non conformità del campione analizzato è di minima entità, contrariamente al clamore mediatico che la vicenda ha subito, siamo in un’area di particolare tenuità e comunque innocua per la salute pubblica».
La posizione del Consorzio
Sulla vicenda era intervenuto con una nota anche il consorzio di tutela della salsiccia di Bra. Il presidente Marco Carena, con il direttore Ascom Luigi Barbero, aveva chiarito che il macellaio interessato dai controlli non apparteneva in alcun modo al consorzio stesso.

