di Beppe Malò
ALBA – Che la viabilità sia il più insidioso dei problemi albesi è cosa più che nota e pressoché tutte le Amministrazioni che si sono succedute alla guida della città ne hanno preso atto e valutato ipotesi di soluzione. Nelle ultime settimane, però, i pensieri e i mugugni dei cittadini si sono focalizzati sulla tangenziale. Complice l’arrivo della brutta stagione, della pioggia, della visibilità ridotta, delle buche riaperte dalle precipitazioni meteo, della presenza del cantiere Anas – per portare a termine importanti opere di manutenzione straordinaria a un’infrastruttura ormai di mezza età – , la strada è diventata teatro di tamponamenti e conseguenti lunghe code.
L’assessore ai lavori pubblici Edoardo Fenocchio dice: «Credo che la reputazione della tangenziale presso i nostri concittadini sia ulteriormente messa in crisi a causa di questi ultimi incidenti stradali avvenuti nella zona del ponte strallato. Nei giorni scorsi, un episodio simile ha riguardato anche il ponte Albertino. Dal momento che il nostro sistema viabilistico è piuttosto carente – del resto ad Alba non si fanno strade da 30 anni –, nel giro di 15 minuti la città va in sofferenza».
Cerchiamo allora di fare più chiarezza sul cantiere in corso in questo momento.
Perché si sta lavorando sulla tangenziale, assessore Fenocchio?
«Perché è stato valutato lo stato dell’infrastruttura, che ha i suoi anni, ed è sottoposta a grandi volumi di traffico ogni giorno. Occorre quindi che si possano eseguire opere di manutenzione straordinaria e consolidamento degli impalcati nel tratto che comprende il ponte strallato, lo svincolo per Bra e Torino, così come l’immissione in arrivo dalla direzione Asti. La zona dove è stato avviato il cantiere è pertanto soggetta a viabilità modificata».
Come vanno le cose con Anas, allora?
«Sono in corso interlocuzioni. Anas era venuta incontro alle nostre richieste quando accettò di modificare l’impianto del cantiere nella corsia in arrivo da Asti. Il tracciamento di una corsia accessoria diede buoni risultati per lo smaltimento del traffico in direzione di Alba. Abbiamo proposto un’analoga soluzione all’uscita di Alba Est ma, allo stato attuale, Anas non ha espresso parere favorevole nei confronti di questa modifica. L’interlocuzione continua, come l’impegno a riproporre all’ente le criticità e la necessità di superarle. Nello specifico, i dubbi di Anas hanno per oggetti la presenza del distributore e della stessa uscita».
Cosa sta facendo l’Amministrazione nel contesto della programmazione di misure in grado di migliorare la viabilità locale?
«Stiamo anche lavorando al progetto della variante Borio (a ridosso del ponte Albertino, ndr), che alleggerirà il rondò portando traffico direttamente alla zona industriale, passando sotto all’impalcato della tangenziale. Il progetto è fermo al 2022 anche per la necessità di superare ostacoli di natura tecnica, in particolare l’interferenza del gasdotto, ma anche giurisdizionale, dal momento che occorre ottenere da Anas il diritto di passaggio in un’area che tecnicamente non è comunale. Una zona, quest’ultima, dove tra l’altro ci sono le fondazioni dei pilastri di sostegno della tangenziale. In questo quadro generale, poi, potremmo parlare anche del terzo ponte, ma al momento non ci sono grandi novità».
Sono emersi problemi tecnici
Per avere ulteriori aggiornamenti sul tema della tangenziale, abbiamo parlato anche con Massimo Antoniotti, vicepresidente della Provincia di Cuneo e referente della viabilità per quanto riguarda la zona albese.
«Nel corso di una recente riunione svoltasi in Regione, Anas ha ribadito che utilizzerà tutti i 18 mesi di tempo previsti a contratto per l’esecuzione degli interventi di manutenzione straordinaria ai manufatti della tangenziale», precisa subito. «Il cantiere procede a bassa velocità in quanto incontra difficoltà di tipo tecnico e logistico: questo è quanto condiviso in quell’occasione dall’amministratore Andrea Gemme e dal direttore operativo Angelo Gemelli». Insomma, sembrano esserci ragioni diverse connesse al presunto ritardo.
Antoniotti entra nel merito: «In fase di sopralluogo, Anas decise che avrebbero adottato una determinata tecnologia d’intervento. Salvo scoprire che non sarebbe stato possibile eseguire saldature, dal momento che i cassoni che costituiscono l’impalcato non consentono circolazione e ricambio d’aria. È quindi impossibile procedere con la saldatura dei metalli. Di conseguenza, è stato necessario mettere a punto una nuova strategia, un approccio di lavorazione diverso e l’utilizzo di altri materiali per l’esecuzione di questo programma di manutenzione straordinaria».
