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Una luce di speranza al santuario: Bra chiude l’Anno giubilare tra musica e preghiera

Una luce di speranza al santuario: Bra chiude l'Anno giubilare tra musica e preghiera

di Lino Ferrero

BRA – ​Si è chiusa sotto il segno della luce e della bellezza l’esperienza spirituale dell’Anno giubilare a Bra. Nella serata di domenica 28 dicembre, il santuario nuovo della Madonna dei fiori si è trasformato in un palcoscenico di spiritualità, accogliendo la comunità per un evento che ha saputo fondere arte, devozione e riflessione profonda.

​L’appuntamento, intitolato con la promessa evangelica di Giovanni Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia, non è stato un semplice concerto, ma una veglia musicale di meditazione. In un periodo storico spesso segnato da incertezze, il messaggio scelto ha risuonato con forza tra le navate, invitando i fedeli a riscoprire quella felicità interiore che nasce dall’incontro con il divino.

​Sostare davanti al presepe, in questa cornice, è diventato un atto di resistenza pacifica contro la frenesia del quotidiano, un invito a fermarsi per contemplare il mistero della vita che rinasce.

​A rendere l’atmosfera ancora più suggestiva è stata la partecipazione straordinaria dei personaggi del presepe vivente di Bandito che ha dato carne e volto alla tradizione: con i costumi tipici e una gestualità carica di rispetto, i figuranti hanno “abitato” il santuario, trasformando la scena della Natività in un quadro plastico vibrante. Grazie a loro, la distanza temporale tra la Betlemme di duemila anni fa e la Bra di oggi sembra essersi annullata, portando i presenti direttamente al cuore dell’evento cristiano.

​La musica è stata il filo conduttore che ha legato ogni momento della serata. La selezione di brani celebri della tradizione liturgica moderna ha guidato l’assemblea in un percorso emotivo crescente. Le melodie non hanno solo accompagnato le parole, ma si sono fatte esse stesse preghiera, capace di toccare le corde più intime del cuore.

​La scelta di chiudere l’anno giubilare in questo modo — tra il canto e la silenziosa adorazione del presepe — sottolinea la vitalità della comunità braidese e la sua capacità di rinnovare tradizioni antiche con linguaggi sempre nuovi e coinvolgenti.

​«Una serata che non è stata solo una celebrazione, ma un seme di speranza gettato nel cuore dell’inverno, per ricordare a tutti che la vera gioia è un dono che nessuno può sottrarci», commenta uno dei partecipanti.

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