
AMBIENTE Secondo il rapporto Bio in cifre 2023 pubblicato dal Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica (Sinab) in Piemonte, nel 2022, gli ettari coltivati in regime biologico erano oltre 54.600, in crescita del 6 per cento rispetto all’anno precedente.
La maggioranza di questi terreni era dedicata ai cereali, alle foraggere, alla frutta fresca e a guscio. I vigneti erano presenti nel conteggio per circa 4.500 ettari. Eppure, se si allarga lo sguardo, nella nostra regione l’incidenza delle superfici biologiche sul totale risultava solo del 5,8 per cento e quella delle aziende biologiche si fermava al 5,3 per cento (per soli 3.438 produttori) per Sinab.
Anche per questo, nelle scorse settimane, la Regione Piemonte ha aperto un bando che stanzia 53 milioni di euro in cinque anni per incentivare gli agricoltori a convertire le proprie produzioni al biologico. Fa bene a loro. Fa bene a chi consuma i prodotti con meno “veleni”.
C’è tempo ancora qualche giorno per presentare le domande: si tratta di un’opportunità adeguata non solo per raggiungere il miglioramento qualitativo dei raccolti, ma anche per salvaguardare la natura in un momento difficile, di sofferenza sistemica.
Non tutto, quindi, si colora a tinte fosche guardando al futuro. Ci sono novità positive anche a casa nostra in tema di difesa dell’ambiente. Per esempio, Lucrezia Povero, referente delle omonime cantine di Cisterna d’Asti, racconta il tentativo di proteggere la natura in un’epoca in cui le attività umane mettono alla prova gli equilibri ecosistemici: «Il progetto “Equilibrio natura”, attraverso il quale manteniamo un terzo dei 163 ettari di proprietà a bosco, è una colonna portante del nostro lavoro. Ci impegniamo a conservare “puliti” i terreni privi di coltivi, dove abbiamo creato sentieri che i turisti e anche le persone del posto possono percorrere in autonomia, guidati da cartelli con frasi che invogliano ad amare e rispettare l’attorno. Gli alberi, peraltro, ci permettono di garantire un habitat ideale alla flora e alla fauna, nel contempo riducendo la vulnerabilità della vite ai parassiti. La biodiversità favorisce infatti l’aumento delle popolazioni d’insetti che contrastano i vettori delle malattie dei vigneti. Inoltre, le piante di alto fusto trattengono molto bene l’acqua, evitando il dissesto idrogeologico».
Conclude la produttrice: «Il progetto su cui puntiamo ora è “Cascina Vèngore”, l’azienda agricola delle Terre Alfieri da cui produciamo cinque vini biologici. Qui la vigna è parte integrante di un ecosistema complesso, che non può essere sacrificato in nome della produzione enologica. Per questo motivo agiamo secondo una stretta etica professionale che limita gli interventi artificiali al minimo indispensabile e li inserisce in una visione organica molto ampia». m.d.
Il cambiamento climatico ha trasformato i vigneti
Lucrezia Povero racconta la trasformazione dell’ambiente che sta investendo l’agricoltura: «Con l’aumento delle temperature, i grappoli hanno un maggiore residuo zuccherino, che genera vini con grado alcolico ed estratto più elevati, soprattutto nel vitigno Barbera. La difficoltà è raccogliere l’uva nel momento in cui vi sia ancora una buona acidità, ma la maturazione fenolica sia completa».
Prosegue la produttrice: «Per via del cambiamento climatico, abbiamo modificato alcune tecniche. Per esempio, lasciamo più foglie sulla vite, in modo da proteggere i grappoli dalle temperature elevate. I boschi aiutano a mantenere l’umidità e ad abbassare i gradi di calore durante l’estate».
L’azienda Povero ha avviato la conversione biologica nel 2016 e oggi la pratica comprende tutti i vigneti. Lucrezia: «Prestiamo attenzione alla rigenerazione dei suoli. Inerbiamo i filari con essenze e leguminose che, attraverso il sovescio, ritornano a fortificare la terra. In vigna preferiamo il lavoro manuale, evitando di compattare il suolo con il passaggio di cingolati. Utilizziamo compost biologico e abbiamo bandito diserbanti, fertilizzanti chimici e prodotti di sintesi. Anche se la vigna è il cuore della produzione, l’azione rigenerativa favorisce l’integrazione fra colture, bosco, animali e uomo secondo i principi della permacoltura, un ecosistema completo». m.d.
Langhe spontanee, progetto di salvaguardia
A inizio maggio ha preso avvio il progetto “Langhe spontanee”, con la cooperativa sociale Progetto Emmaus capofila in partnership con Erica, i Comuni di Diano, Rodello e Montelupo e l’istituto comprensivo di Diano d’Alba.
Il percorso è stato realizzato con il contributo della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo all’interno del bando “Percorsi di sostenibilità”: si lavora sulla protezione della biodiversità e delle aree naturali a rischio di degrado a causa dell’abbandono del territorio da parte dei proprietari. Attraverso mappature, pulizia e sistemazione delle aree, animazione scolastica e tanto altro si tende a recuperare un legame antico con l’ambiente, coinvolgendo le nuove generazioni in sguardi di sensibilità e cura. Il progetto sfrutta la conoscenza e la condivisione delle esperienze di persone più anziane – i conoscitori di antichi saperi – per creare sensibilizzazione. Dopo le prime serate tematiche, sono in programma alcune passeggiate guidate per conoscere le diverse varietà di piante e i segreti naturalistici delle nostre colline.
Le prossime uscite sono previste il 26 maggio a Montelupo albese e il 16 giugno a Diano d’Alba.
Gli “anziani esperti” racconteranno ai bambini delle scuole dell’obbligo che gravitano sui Comuni di Rodello e Diano alcuni aneddoti ed esperienze legate ai loro ricordi, nell’ottica di un passaggio di testimonianze legato alla conoscenza e all’amore per il proprio territorio da parte delle nuove generazioni. Il progetto prevede anche la sistemazione e la manutenzione di tre sentieri e terminerà a fine anno con una serie di incontri rivolti in particolare modo ai proprietari terrieri – ma aperti a tutta la popolazione – per illustrare i risultati del progetto e le possibili azioni future da sviluppare o estendere alle geografie limitrofe.
“Langhe spontanee” ha ottenuto dalla fondazione Crc un contributo di 23mila euro nell’ambito del bando “Percorsi di sostenibilità”: in tutto si tratta di 1,07 milioni di euro destinati a 33 progetti legati all’adattamento al cambiamento climatico, oltre che al miglioramento della sostenibilità ambientale, attraverso la riduzione dell’impronta delle diverse iniziative.
«Con questa importante decisione la fondazione Crc conferma la grande attenzione al tema della sostenibilità e dell’ambiente, riconosciuta anche a livello nazionale grazie alla menzione speciale del premio Comunità forestali sostenibili, consegnataci a Rimini durante la fiera Ecomondo», aveva commentato nei mesi scorsi per Gazzetta d’Alba l’allora presidente Ezio Raviola.
«Il bando Percorsi di sostenibilità dà seguito alla lunga tradizione di interventi in questo ambito e prova in parallelo a superare i classici confini delle iniziative finora promosse: la nostra ambizione è di accompagnare gli interlocutori più sensibili della provincia di Cuneo in un percorso finalizzato ad alleggerire l’impatto sull’ambiente delle loro attività. La grande risposta avuta sulla misura 3 del bando, a cui si sono candidate molte associazioni che operano su tanti ambiti diversi, è un’importante conferma di quanto il territorio sia reattivo su questi temi», concludeva l’allora presidente Ezio Raviola.
Maria Delfino e Giorgia Barile
