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Le lettere al direttore / Quando nuotavamo e pescavamo in Tanaro

Un lettore di Gazzetta d'Alba si interroga su come oggi sia poco valorizzato lo spazio del fiume Tanaro, in passato vissuto sia da albesi che da turisti

La crisi idrica che interessa il bacino del fiume Po peggiora 1

ALBA Gentile direttore, mi ritrovo a scrivere di cose quasi antiche, di tante ore di svago, da anni non più possibili. Per un lungo periodo, sino al 2000, in questa stagione si andava a nuotare nel Tanaro: inizialmente allo sbocco della strada proveniente dall’attuale semaforo di strada Magliani, poi a seguito delle alluvioni si andava più a monte dopo l’ansa del fiume.

Ricordo ancora i “turisti” con tenda che arrivavano con la famiglia il venerdì sera per prendere il posto di pesca e preparavano giganteschi barbecue. Spesso si mangiava assieme: noi portavamo il vino. Bei tempi: purtroppo andati.

 

Poi, verso la fine degli anni Novanta arrivavano dalla sponda destra tipi loschi e arroganti che pretendevano il “pizzo”: io me ne andavo, ma a mio fratello, che aveva finto di non capire, gli smontarono i fari della Mercedes. Prendemmo atto della situazione! Le attività balneari finirono e anche la pesca.

Ora non so come sia la sponda sinistra, a destra pare vi sia l’erba alta: è solo un problema di adattamento. Fa parte dei cambiamenti, tanti, forse troppi! Il Comune di Alba ha puntato sul turismo: è stato un bene? Ai posteri l’ardua sentenza!

p.v.m.

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