Ultime notizie

Cambiamento climatico / I produttori guardano alla Svezia e le vigne salgono in alta Langa

Cambiamento climatico / I produttori guardano alla Svezia e le vigne salgono in alta Langa
Una veduta a San Bovo di Castino

IL CASO «Uno dei settori maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici è ovviamente quello agricolo».

Così Federica Pecoraro, referente dell’associazione Casa comune, introduce un tema delicato per il territorio delle Langhe e del Roero: quello dei mutamenti climatici e della conseguente, possibile necessità per i residenti di diventare in futuro “migranti ambientali”.

Prosegue Pecoraro: «Solo per fare un esempio, l’aumento della temperatura costringe ad andare incontro a una migrazione dei vigneti verso quote più alte. Tra i territori europei il danno maggiore si riscontra nell’area mediterranea, in particolare in Italia e in Spagna».

Qualche tempo fa il climatologo Georg Kaser dell’Università di Innsbruck ha lanciato l’allarme sulle aree vinicole più importanti del mondo, tra cui quelle italiane. Secondo lo studioso si assisterà a una diminuzione delle aree coltivabili dal 25 al 73 per cento entro il 2050 e i viticoltori dovranno andare alla ricerca di nuovi terreni, spesso ad altitudini più elevate per poter continuare la loro attività.

Per quanto riguarda il cambio delle zone di produzione in Europa, a titolo di esempio, vediamo come numerosi produttori di spumante abbiano iniziato a investire in Svezia, Danimarca, Norvegia e nel Sud dell’Inghilterra, aree che per ovvie ragioni non erano mai state considerate per la viticoltura finora.

«Al momento in queste zone si coltivano vitigni particolarmente resistenti al freddo, ma non è improbabile immaginare uno spostamento totale del settore vinicolo in queste aree geografiche, con conseguenti perdite occupazionali nel nostro Paese», aggiunge Pecoraro.

Conclude: «Oggi è sempre più diffusa l’idea secondo la quale salire in montagna finirà per rappresentare una soluzione per sfuggire al riscaldamento globale. Un fenomeno che ha portato alla definizione del termine “nuovi montanari”. Ma chi sono? Da una parte si tratta di soggetti che ripopolano le aree interne “per scelta”, attratti per esempio dai vantaggi dell’ambiente naturale, alla ricerca di un nuovo stile di vita o di un modello economico alternativo; dall’altra il ripopolamento “per forza”, ossia quello di persone spesso fuggite dai loro territori a causa di conflitti o di eventi meteorologici estremi».  

Valerio Re

Banner Gazzetta d'Alba