
TORINO Ventimila persone in corteo per protestare contro la manovra di bilancio del governo Meloni. Lo sciopero nazionale proclamato da Cgil e Uil ha registrato una buona adesione nelle principali aziende della nostra provincia. Circa mille i cuneesi che hanno raggiunto Torino per partecipare alla manifestazione. Ora si proseguirà con iniziative territoriali a difesa del lavoro, delle retribuzioni e delle pensioni, dei servizi pubblici (scuola e sanità in primis) che rischiano di pagare i pesanti tagli decisi dal governo Meloni.
La provincia Granda evidenzia forti sacche di lavoro precario e povero, presenti anche in filiere produttive ad alto valore aggiunto. Crescono le preoccupazioni per il settore automotive che segnala un aumento del ricorso alla cassa integrazione e coinvolge più di diecimila addetti.
In primo piano resta la vicenda Diageo: la multinazionale inglese ha comunicato la chiusura del sito di Santa Vittoria entro giugno 2026. Sono interessate circa 500 famiglie tra personale diretto e indotto. È un esempio di come le mancate politiche industriali nazionali abbiano consegnato realtà industriali storiche del territorio cuneese alle distorsioni della globalizzazione che ha risucchiato risorse, eccellenze e conoscenze per restituire spesso e volentieri, precarietà, assenza di visione strategica.
Da segnalare le tante adesioni di lavoratori cuneesi: per le Acciaierie d’Italia di Racconigi la percentuale è del 95%; Bitron di Rossana (77% ); Caroni di Cuneo (90%); Mec di Mondovì (80%); Merlo spa di Cervasca (60%); Profilmec di Racconigi (80%); Raicam di Mondovì (85%); Valeo di Mondovì (90%); Itt di Barge (70%); Sekurit Saint Gobain di Savigliano (50%); Unifarma di Fossano (40%); Nutkao di Govone 90%; Fonti di Vinadio (60%); Sibelco di Robilante (95%); Michelin di Cuneo (65%).
