Addio al boom edilizio, ma l’Imu resta sempre uguale

I fratelli Gaudenzio e Luigi Cavallotto hanno contattato Gazzetta d'Alba per parlare della loro situazione: pagano l'Imu per un terreno fabbricale al Mussotto, la cui costruzione è poco appetibile, per via di oneri di urbanizzazione molto elevati. Per questo, insieme ai proprietari dei terreni vicini, ne chiedono la riconversione ad agricolo

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I fratelli Gaudenzio e Luigi Cavallotto

ALBA Un vecchio proverbio ammonisce: non chiedere, potresti essere accontentato. E, per quanto possa sembrare strano, anche la realizzazione di un sogno può prendere le forme di un costoso problema.

Un desiderio molto ambito e piuttosto diffuso, tra chi possiede terreni agricoli, è quello di vedere un giorno i propri campi trasformarsi in area fabbricabile, magari grazie a qualche variante di piano regolatore. Il motivo non è difficile da comprendere: in caso di vendita dei terreni, il profitto sarebbe di molto maggiore.

Ma, anche in questi casi, c’è sempre un altro risvolto della questione. Ed è rappresentato dai tributi locali che si versano nelle casse comunali, se proprietari di seconde case e terreni. In particolare, si fa riferimento alle due rate dell’Imu.

Lo sa bene Gaudenzio Cavallotto, che ha contattato Gazzetta d’Alba, insieme al fratello Luigi: «Le tasse sono giuste, ci mancherebbe. Ma pago 1.521 euro di Imu ogni anno in quanto proprietario di un terreno ex agricolo, salito di categoria sino al rango di lotto edificabile. Accade ormai da 13 anni. Basta fare un veloce conto per capire quanto io abbia versato, in tutto questo periodo, al Comune albese: circa 20mila euro, a fronte delle poche centinaia che pagavo per il terreno in quanto agricolo», spiega da subito l’albese. Nella stessa situazione, c’è il fratello Luigi e altri proprietari di appezzamenti nella stessa area. Si parla, nel complesso, di possedimenti per una superficie di circa 80mila metri quadrati.

Addio al boom edilizio, ma l'Imu resta sempre uguale

Siamo in un ampio triangolo compreso tra strada Riddone e strada Romano, alle spalle di corso Canale e del Mussotto, all’incirca all’altezza della zona in cui si trova la farmacia del quartiere. Oggi sono tutti campi e pioppeti, ma il piano regolatore prevede un intervento insediadivo piuttosto importante: la zona è catalogata come As23, per gli addetti ai lavori. «In tutto questo tempo, se si considera l’intera area, sono entrate nelle casse comunali circa 440mila euro grazie alle tasse, sotto le diverse Amministrazioni che si sono susseguite». Ma i campi e i pioppi, per ora, sono ancora al loro posto.

Paghiamo l’Imu, ma nessuno costruirà mai con oneri così elevati

Gaudenzio Cavallotto entra meglio nel merito della questione e delle richieste avanzate al Comune.

Alla luce della situazione, qual è il vostro punto di vista?

«A questo punto, con queste condizioni, io, mio fratello e gli altri proprietari chiediamo che questa terra torni a essere considerata zona agricola, per ridimensionare il peso dei tributi locali».

Ma quando questi terreni sono diventati edificabili?

«Torniamo indietro di 18 anni, quando sindaco era Giuseppe Rossetto. Erano gli anni in cui si pensava che Alba potesse diventare una città più grande, forse puntare a 40mila abitanti. Si parlava di riqualificare Mussotto con una nuova pianificazione urbana e interventi molto importanti. Questa vasta porzione di terra venne così promossa come edificabile e con grandi attese: un insediamento residenziale a villette, sul tipo di quelle sorte nella zona del campo sportivo Saglietti, con verde pubblico, camminamenti interni delimitati con siepi, un polo commerciale, una rotatoria per l’accesso all’interno e una strada parallela allo scolmatore, oltre a un nuovo ponte per superarla».

Questo è quanto prevede il piano regolatore, ma solo sulla carta, fino a oggi.

«È molto probabile che l’idea fosse buona, quando è stata pensata. Il progetto era in effetti molto interessante, ma non si tenne conto di alcune variabili, che negli anni hanno fatto scemare l’entusiasmo dei costruttori a cui avremmo potuto vendere la terra. In primo luogo, gli oneri di urbanizzazione erano altissimi, con la costruzione di una serie di opere ex novo, complesse e onerose. La ciliegina sulla torta è stato il passaggio di una linea di tubazioni della Snam (operatore del gas naturale, ndr) che collega Liguria e Lombardia. Si nota bene, in uno dei campi, la stazione di pompaggio. A queste condizioni, è evidente che risulta impossibile scavare fondazioni. A livello demografico, la popolazione cittadina non è cresciuta così tanto e le prospettive restano pessime. In sintesi, paghiamo tributi altissimi per campi edificabili, che difficilmente saranno costruiti. Chiediamo, con l’aiuto dei professionisti che ci seguono, che si possa tornare indietro: o con una retrocessione della classe d’uso o, come fece il sindaco Maurizio Marello, con l’annullamento delle tasse per alcuni anni o con una loro riduzione significativa».

 Beppe Malò

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