
L’INTERVISTA Al di là dell’attività consiliare, che lo vede ancora impegnato tra le file dell’opposizione – per quanto molto più defilato rispetto ad altri colleghi –, negli ultimi otto mesi le apparizioni pubbliche dell’ex sindaco di Alba Carlo Bo sono state rare. C’è chi interpreta questo profilo come il possibile preludio di un addio alla politica. Era stato così anche per Olindo Cervella, sconfitto alle comunali del 2019, che in seguito si era dimesso. Per capirne di più, l’abbiamo intervistato.
Cosa risponde a quanti scommettono sulle sue prossime dimissioni da consigliere della minoranza in Comune, Bo?
«Quando mi sono candidato a sindaco, ho preso un impegno con i cittadini che mi hanno votato. E non è mia abitudine venir meno a quanto promesso. Nel 2019 gli albesi ci avevano chiesto un cambiamento, che abbiamo avviato con determinazione, affrontando non poche difficoltà, tra cui una pandemia da Covid-19 che ci ha fatto temere per anni che il mondo potesse fermarsi da un momento all’altro. È qualcosa con cui tutti abbiamo convissuto: non dobbiamo dimenticarcelo. E come la mia dedizione è rimasta intatta allora, lo è oggi allo stesso modo, anche se nel 2024 gli elettori hanno scelto un’altra proposta politica. Il rispetto per chi mi ha sostenuto resta la mia più grande priorità».
Se non ci sarà un passo indietro, è innegabile che oggi il suo ruolo sia più defilato rispetto ad altri.
«Essere un consigliere di opposizione è molto diverso dal ruolo di sindaco: è normale che la mia presenza pubblica sia meno visibile. Già durante il mio mandato qualcuno mi accusava di essere un po’ troppo in disparte, ma ogni giorno ero il primo ad arrivare in ufficio e l’ultimo ad andarmene. Se oggi ad Alba si inaugurano nuove opere e si aprono cantieri progettati durante la mia Amministrazione, credo che in parte sia merito dell’approccio che ho portato avanti, più amministrativo e meno politico. Poi, se oggi altri si fanno fotografare mentre inaugurano interventi avviati dalla mia Giunta, va bene lo stesso: per me Alba viene prima di tutto».
Una piccola stoccata al suo successore: che cosa vorrebbe dirgli?
«A giugno mi sono congratulato di persona con Alberto Gatto per la sua vittoria: è stato un gesto spontaneo. Da quel momento in poi, è giusto che segua il suo percorso, così come io ho seguito il mio. Non dovrà temere da parte mia attacchi personali o provocazioni: non è nel mio stile».
Come valuta i cinque anni della sua Amministrazione?
«Per oltre metà del tempo siamo stati impegnati nella gestione della pandemia: conserverò sempre il ricordo amaro di quei giorni in cui, sulla mia scrivania, avevo da un lato i bollettini con i contagi e dall’altro le lettere di condoglianze per le famiglie che avevano perso i loro cari. Poi, appena la situazione è migliorata, è arrivata la crisi di Egea. Sono stati anni complessi, ma nonostante tutto abbiamo dato il massimo».
Beppe Malò
