
ALBA Nonostante i progetti per il futuro dello sport albese, rimangono alcuni problemi di fondo sulle strutture indoor in città, che pongono forti limiti all’attività. Dando uno sguardo alla provincia di Cuneo, la capitale delle Langhe è l’unica delle sette sorelle a non avere un campo regolare da pallacanestro – 28 metri per 15, con due metri di perimetro di sicurezza esterno – disponibile per le gare dei campionati senior.
E non è una questione di poco conto, visto che l’Olimpo basket conta oltre 400 praticanti e non è nemmeno l’unica società di pallacanestro, rappresentando quindi il maggior numero di sportivi nelle discipline di palestra. La pallavolo, seppur con buoni numeri, conta circa 150 aderenti a testa per L’Alba volley e per Mercatò Alba, mentre Santa Margherita ne raggiunge un’ottantina.
Per fare degli esempi, Fossano ha tre palazzetti (di cui uno capace di contenere mille posti nella sua grande tribuna), Mondovì ne possiede altrettanti (con il Palamanera da 2.500 sedute), Saluzzo ha un grande complesso con tre palestre e la vicina Bra ha quattro campi (due dei quali inseriti in un’unica palestra con doppia tribuna da entrambi i lati). E pure Ceva, non proprio una metropoli, se la passa meglio di Alba.
Veniamo allora alla situazione albese, che vede la presenza di due strutture: il Palalanghe, alla Moretta, all’angolo tra i corsi Langhe ed Enotria; e il Palatanaro, a pochi passi dai Carabinieri e dalla piscina Albamare. Due impianti che hanno visto la luce con tare congenite oppure per scopi diversi da quelli di oggi, oltre ad avere alle spalle già diversi anni. Tutta la restante attività viene fatta in palestre scolastiche ridotte (tranne quella dell’istituto Einaudi) o datate, oppure in tensostrutture che dovevano rimanere operative per un tempo limitato.
Il palazzetto di corso Langhe fu progettato negli anni ’70 dall’architetto Della Piana e fu aperto nel 1980 come palestra scolastica. Il problema storico è che dalle tribune non si vede tutto il campo, un fatto palesatosi fin dall’inizio – e al quale si è rimediato in parte spostando le sedute del pubblico in avanti con delle staffe di metallo – dovuto fondamentalmente al poco spazio lasciato a quest’opera.
Oggi accoglie partite di pallavolo e di basket (per le serie minori), oltre a saggi di ritmica e danza ed eventi di kick boxing, ma il campo (26 per 14 metri) è fuori dalle regole dei campionati regionali e nazionali di pallacanestro. E così il basket di livello si gioca a Corneliano e a La Morra. Questo non incentiva di certo le famiglie dei ragazzi che praticano questo sport, visto che devono tutte le volte farsi circa trenta chilometri per un allenamento. Inoltre, la struttura non ha una hall di ingresso, ha pochi spogliatoi e i bagni per il pubblico sono carenti.
Per quanto riguarda il Palatanaro, la costruzione è stata fatta a inizio anni Duemila per venire incontro alle necessità di associazioni sportive e scolastiche del centro storico. La struttura di via Dalla Chiesa è stata divisa in tre parti per altrettanti campi da pallavolo e ha lo spazio per ospitare un campo regolare da basket. Non ci sono tribune fisse (al momento sono posizionati tre gradini di legno su una struttura retrattile), né altri servizi richiesti dai canoni del Coni per i palazzetti, come un parcheggio di pertinenza oppure un’area ricettiva con bar.
Certo, non stiamo parlando degli anni ’50 e ’60, in cui l’Olimpo giocava all’aperto nel cortile della Maddalena, con disagi nelle stagioni più fredde (un giornale del periodo arrivò a titolare «Quasi congelati in panchina»). Tuttavia, in attesa del completamento della nuova palestra dei licei scientifico e artistico, in ordine agli impianti sportivi la capitale delle Langhe è ai limiti della decenza.
l.g.
