
PIZZA Al trentunesimo Campionato mondiale della pizza di Parma, tra i partecipanti vi erano Piero Conidi, titolare in corso Piave della Pizzeria del corso, e il nipote Christian dell’Antica corona reale di Cervere. I Conidi hanno gareggiato mercoledì 9 nella categoria Pizza a due: su novanta coppie, sono arrivati diciassettesimi.
Nelle precedenti partecipazioni, erano giunti terzi nel 2022 e 33esimi nel 2024. In totale, i punti sono stati 1.073 su 1.200: se si pensa che i vincitori ne hanno ottenuti 1.157, lo scarto è minimo. «In tutto» spiega Piero, «ci sono sei giudici, di cui due fissi dal forno. Sono cuochi, giornalisti enogastronomici e professori di arte bianca. Oltre alla qualità dell’impasto e della pizza presentata, valutano aspetti come la pulizia al termine della preparazione e l’abbigliamento. Il tempo disponibile, da quando si stende la farina all’arrivo della pizza sul vassoio, è venti minuti: noi ne abbiamo impiegati quindici e mezzo. Per alcuni ingredienti, comunque, è consentito prepararsi prima».
Zio e nipote competevano pure nella gara a squadre con il Team della Dieta mediterranea, di cui fanno parte altri quattro pizzaioli calabresi conosciuti durante le partecipazioni di Piero al Campionato mondiale di pizza piccante di Scalea. «La classifica sommava i punteggi ottenuti nelle varie prove. Non siamo riusciti a piazzarci tra i primi, ma comunque Anna Rosa Citro è arrivata quinta nella categoria Pizza senza glutine, Nicola Staropoli trentesimo nella Classica, Ernesto Lantorno 57esimo nella Teglia e Toni Sergione 61esimo nella Pala.
I Conidi hanno denominato la loro creazione Giardino in Catalogna. Su un impasto di farine integrali e non, lievitato 48 ore, davanti ai giudici si è palesato un tripudio di specialità marine. A entrare nei dettagli è Christian: «Da un po’ di tempo mio zio voleva presentare una pizza con l’aragosta. In passato ho lavorato per un certo periodo in Spagna e allora gli ho proposto di fare una versione dell’aragosta alla catalana, un piatto storico. Abbiamo seguito la ricetta classica, facendola bollire per poi ricavarne un’insalatina da passare sul forno giapponese, lo yakitori. Abbiamo aggiunto verdure, capesante, calamari e salicornia, l’asparago di mare. Come base c’era lo stracchino e, in chiusura, abbiamo posto dei fiori di zucca cristallizzati. Per dare una sensazione di pulizia, abbiamo usato della citronette preparata con limone e pistilli di zafferano».
Le prove «sono durate almeno due mesi. Per pesce e crostacei mi sono affidato a un fornitore di Savona che collabora da tempo con l’Antica corona. Al ristorante, poi, abbiamo un orto con verdure di stagione: ho cercato di sfruttare tutto ciò che offriva».
Pur essendo ancora presto per pensare al prossimo anno, «ormai la partecipazione ai campionati è diventata una tradizione di famiglia, ci piace competere insieme e cercare di migliorarci sempre. Sicuramente, per mio zio è uno sforzo notevole, deve chiudere un giorno in più e sottrarre tempo al lavoro».
Davide Barile
