Primo maggio / Pure sei cuneesi tra gli 83 nuovi maestri del lavoro​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​

Le storie dei cuneesi premiati il primo maggio a Torino

Primo maggio / Pure sei cuneesi tra gli 83 nuovi  maestri del lavoro​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​

PRIMO MAGGIO Si è svolta nella mattinata del primo maggio, festa dei lavoratori, al conservatorio Giuseppe Verdi di piazza Bodoni a Torino, la cerimonia di consegna delle Stelle al merito del lavoro a 83 nuovi maestri del lavoro del Piemonte. Tra loro anche sei cuneesi con storie e professionalità diverse, ma con un denominatore comune: l’attaccamento al loro ruolo, svolto con professionalità e competenza.

I nuovi maestri cuneesi sono Luisella Arlotto di Aisone (Acqua Sant’Anna), Laura Brondolo di Roddi (Ferrero industriale Italia), Giuseppe Cavallotto di Cerretto Langhe (Mondo), Silvio Cavarero di Mondovì (Silvateam), Patrizia Grassato di Cavallermaggiore (Ghemar) e Sergio Marchisio di Vezza d’Alba (Ferrero technical services).

Le onorificenze consegnate dal prefetto del capoluogo piemontese Donato Cafagna e da numerose autorità presenti sul palco del conservatorio, sono state conferite con decreto del presidente della Repubblica ai nuovi maestri del lavoro, per «meriti morali, professionali, culturali, di perizia e laboriosità». La Stella al merito del lavoro è un riconoscimento che viene conferito a quei lavoratori dipendenti che si sono distinti per perizia, laboriosità e buona condotta morale. Si tratta di persone che hanno prestato attività lavorativa ininterrottamente per un periodo minimo di 25 anni presso la stessa azienda oppure di 30 presso aziende diverse.

Intensa l’attività anche dei maestri già insigniti, in particolare a favore delle giovani generazioni con “Testimonianza formativa”, il progetto attivato nelle scuole secondarie di primo e secondo grado della provincia.

L’albese Dorico Mordenti, coordinatore della proposta, commenta: «Le nostre maestre e i nostri maestri, nel corso dell’anno scolastico che si sta per concludere, hanno incontrato oltre 4mila studenti. Un’occasione unica per poter presentare il significato profondo della “cultura della sicurezza” e la necessità di dover coinvolgere, quanto più precocemente possibile, le nostre giovani leve in queste tematiche». Oltre agli incontri in aula, sono state organizzate anche decine di visite guidate nelle aziende disponibili della Granda.

Dalla valutazione espressa al termine di ogni incontro da parte di ciascun studente si evince che, per quasi tutti, l’intervento ha lasciato in ognuno qualcosa che potrà essergli utile in futuro.

Aggiunge il console cuneese Umberto Bona: «Il nostro territorio oggi conta 287 maestri. Nella provincia Granda opera una vera galassia di imprese di ogni specie e dimensione, sempre pronte ad affrontare con coraggio e determinazione ogni congiuntura: un insieme quindi di realtà la cui struttura portante, sin dai tempi del “miracolo economico”, ha i suoi punti di forza in lavoratori che, meglio di altri, sanno praticare quegli alti e nobili valori che fanno del lavoro il fondamento della Repubblica».

E conclude: «È compito del consolato onorare ciò che la Stella al merito del lavoro significa, continuando nell’opera di diffusione sul territorio, con particolare attenzione ai giovani, di quei valori etici del lavoro che sono fattori di crescita non solo professionale, ma anche strumento di coesione sociale e di promozione della dignità umana».

 Valter Manzone

Giuseppe Cavallotto: «La Mondo mi ha permesso di crescere»

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LA STORIA / 1 Giuseppe Cavallotto di Cerretto Langhe è entrato nella ditta Mondo di Gallo Grinzane da ragazzo. Come ricorda  lui stesso: «Dopo aver conseguito il diploma di perito meccanico all’Itis Vallauri di Fossano, mi sono affacciato al mondo del lavoro. Nel 1989, quando avevo 21 anni, sono entrato nell’azienda di Gallo Grinzane. E fin dal mio ingresso, ho iniziato la mia lunga gavetta, scalando successivamente le varie posizioni aziendali».

Aggiunge: «Attualmente sono direttore di stabilimento. La nostra produzione principale si concentra sulle piste di atletica e questo ci consente di avere clienti in tutto il mondo, specialmente in America e in Cina. Pure alle Olimpiadi di Parigi del 2024 gli atleti hanno gareggiato sulle piste targate Mondo». Cavallotto è sposato e padre di tre figli. Sulla gestione del suo tempo libero racconta: «Avendo figli ormai grandi, nel tempo libero mi dedico allo sport, soprattutto al nuoto oltre alla corsa, allo sci, e alla palestra. Alla mia età devo tenermi un po’ in forma».

Sull’esperienza vissuta il primo maggio al conservatorio di Torino, conclude: «La consegna delle Stelle è stata proprio una bella cerimonia. Vorrei innanzitutto
ringraziare l’azienda che nel corso di tutti questi anni mi ha dato la possibilità
di conseguire una crescita professionale significativa, suggellata dall’onorificenza di maestro del lavoro appena ricevuta». 

v.m.

Laura Brondolo è entrata nell’azienda dolciaria a 19 anni

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LA STORIA / 2 Laura Brondolo, residente a Roddi, che ha ormai sulle spalle 42 anni di lavoro nel colosso dolciario Ferrero, vede avvicinarsi il traguardo della pensione Ripercorrendo la sua esperienza lavorativa, commenta: «Attualmente sono un’operatrice che si occupa del campionamento dei nuovi prodotti che l’azienda vuole immettere sul mercato».

E subito aggiunge: «Terminati gli studi, all’età di 19 anni, sono stata assunta in Ferrero e destinata a questo reparto dove ho svolto tutta la mia carriera seguendo le evoluzioni dei tempi e della logica produttiva dell’azienda. Attualmente stiamo sperimentando una nuova linea di biscotti, di barrette e anche di tavolette di cioccolato».

Laura vive nella campagna di Roddi, in una casa con giardino. Sulle occupazioni del tempo libero spiega: «Amo molto stare a contatto con la natura; curo il mio giardino e mi faccio anche un piccolo orticello. Quando posso, vado anche a fare delle belle passeggiate». Sull’onorificenza che ha ricevuto giovedì primo maggio, conclude: «Sono grata all’azienda che ha proposto il mio nominativo all’ispettorato del lavoro: è un bel riconoscimento alla professionalità che ho maturato in tutti questi anni».

Conclude Laura: «Se mi sarà proposto, quando avrò raggiunto la pensione, mi metterò volentieri a disposizione dei maestri del lavoro per le visite guidate nello stabilimento».

 v.m.

Da 30 anni Patrizia Grassato è dipendente Ghemar

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LA STORIA / 3 Patrizia Grassato abita a Cavallermaggiore ed è una dipendente della Ghemar, azienda storica che ha lì la propria sede. La ditta nasce negli anni Settanta, quando Luciano Marengo, papà dell’attuale titolare, apre una piccola impresa artigianale di installazione di impianti idrotermosanitari e di lattoneria. Nel 1994 il testimone passa dalle esperte mani del padre a quelle giovani e sognatrici del figlio Danilo. Oggi l’azienda, che conta oltre 100 dipendenti, si occupa di installazione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento, di condizionamento e antincendio.

Racconta Patrizia Grassato: «Lavoro in questa ditta da ormai 30 anni. All’inizio della mia carriera ho ricoperto il ruolo di responsabile amministrativa, per poi giungere alla mia attuale occupazione  di gestione delle varie squadre di lavoro, dei materiali che vanno installati, del personale dipendente e dei tecnici delle diverse ditte esterne che collaborano con noi».

Poi conclude: «Sono cresciuta in Ghemar, ne ho seguito tutte le evoluzioni, e questo attestato di stima che mi è stato rivolto e consegnato dopo la segnalazione mi rende giustamente orgogliosa del mio percorso professionale finora svolto e che proseguirà  identico fino al momento in cui avrò raggiunto la pensione».

v.m.

Silvio Cavarero: 4 decenni alla produzione di tannino

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LA STORIA / 4 «Quando dalla Prefettura di Cuneo mi hanno avvisato che sarei stato insignito della Stella al merito del lavoro, ho davvero provato una grande soddisfazione. Lo scorso primo maggio, a Torino, la cerimonia è stata veramente ben organizzata ed emozionante». Silvio Cavarero, monregalese, da quarant’anni dipendente della Silvateam di San Michele Mondovì, attualmente si occupa di controllo e gestione dell’intero stabilimento.

Le origini Del gruppo Silvateam risalgono a più di 160 anni fa, quando Camperi creò il primo stabilimento a Corsaglia di Frabosa, in provincia di Cuneo, per l’estrazione di tannini dal legno di castagno, albero molto diffuso nella zona. Nel corso del XX secolo, l’azienda è cresciuta fino a diventare leader mondiale nella produzione e commercializzazione di estratti vegetali e loro derivati, e a livello internazionale è conosciuta anche come produttrice di chemicals (cioè prodotti chimici) per l’industria conciaria.

Racconta: «La nostra attività principale è la produzione di tannino, offriamo prodotti di alta qualità, tecnologie all’avanguardia e un supporto tecnico qualificato. Io ho raggiunto i 40 anni di anzianità di servizio: quando sarò in pensione mi dedicherò volentieri alle varie attività dei maestri del lavoro che vengono proposte dal consolato di Cuneo», spiega Cavarero.  

v.m.

Pensionato Ferrero, Sergio Marchisio oggi fa da guida nello stabilimento

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LA STORIA / 5 Sergio Marchisio di Vezza d’Alba è un pensionato Ferrero, dove ha lavorato per oltre 40  anni. Sempre con base ad Alba, è andato in giro  per il mondo per seguire  da vicino la nascita dei  tanti stabilimenti avviati  dalla multinazionale prima in Irpinia, poi in  Belgio, negli Stati Uniti,  in Irlanda, in Ecuador,  in Asia e in Cina. Spiega  Marchisio, sposato, con  due figli: «Sono sempre  stato nel settore tecnico. Anche perché era l’ambito più affine al mio diploma di perito industriale  conseguito dai Salesiani di Bra. Durante tutta la mia carriera, ho cambiato più  volte azienda, rimanendo  però sempre nella galassia  Ferrero. Il mio lavoro, fatto  con un team di colleghi che ho contribuito a  formare dopo essere stato  a mia volta affiancato da  veri maestri, si è sempre  occupato della logistica  dei nuovi stabilimenti dell’azienda».

Ricevere la Stella al merito per «i miei anni di servizio,  mi ha davvero emozionato.  Dopo essermi affidato a tanti maestri, adesso  avere acquisito questa onorificenza, mi riempie  davvero di soddisfazione. Continuerò a collaborare con il progetto intitolato “Testimonianze formative” realizzato dal consolato  di Cuneo, nel mio ruolo  di guida volontaria dentro allo stabilimento albese».

Da quando è pensionato  Marchisio trova il tempo  per dedicarsi alle sue  passioni. «Amo molto la montagna, in tutte le stagioni dell’anno e quando posso salgo sulla mia mountain bike e vado in giro nel Roero». Marchisio aggiunge un’altra ultima considerazione sul mondo del lavoro, in linea con il  tema della sicurezza scelto  dai sindacati per quest’anno. «Sono andato a ritirare  l’onorificenza con un tutore  a un braccio, a seguito  di una caduta dalla bici. Molti mi hanno chiesto  se fossi stato vittima di un infortunio sul lavoro.  È un segnale di questa nuova cultura di attenzione alla tematica, tuttavia sono convinto che debba essere ancora potenziata».  

v.m.

Luisella Arlotto: ho iniziato imbottigliando

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LA STORIA / 6 Luisella Arlotto, di Aisone, è ancora dipendente dell’azienda Acqua Sant’Anna di Vinadio. Racconta: «Sono entrata nello stabilimento come operatrice di linea, addetta all’imbottigliamento. Quando ho iniziato ero part-time, poi sono passata a tempo pieno».

Acqua Sant’Anna nasce nel cuore delle Alpi Marittime, pochi  chilometri sopra Cuneo e fuori dai grandi centri, nei valloni del territorio di Vinadio. Si tratta di un’area incontaminata compresa tra l’Ischiator e Riofreddo, è una terra ricca di acqua e innevata d’inverno. In questa zona incastonata tra le montagne del Piemonte, sgorga l’acqua, tra le più leggere d’Italia.

Aggiunge Luisella: «Negli anni sono prima diventata capoturno e poi sono stata inserita nello staff controllo qualità: un compito delicato, visto il prodotto. Oggi mi occupo dei processi di sanificazione degli impianti e dei locali dell’azienda e coordino anche le ditte esterne che collaborano con noi». Aver ricevuto la Stella al merito del lavoro insieme ad altri  82 lavoratori di tutta la  regione, in seguito alla segnalazione fatta dai miei superiori, dopo trent’anni di servizio, mi rende davvero orgogliosa del mio percorso umano e professionale», spiega Luisella Arlotto.

v.m.

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