di Manuela Zoccola
ASTI – Nell’ambito dei festeggiamenti per il 750° anniversario del Palio di Asti (che si è corso domenica 7 settembre) e come anteprima della seconda edizione del Festival del Medioevo Astese (in programma dal 25 al 28 settembre), si terrà una lectio magistralis del professor Franco Cardini su “La cavalleria medievale. Realtà storica e revival celebrativi.”
L’appuntamento, a ingresso gratuito, è per giovedì 11 settembre alle 18 al teatro Alfieri. Cardini è professore emerito di storia medievale presso l’Istituto di scienze umane e sociali di Firenze (Scuola normale superiore, Pisa). Si occupa soprattutto di storia delle crociate, pellegrinaggi, rapporti tra Europa e Islam, storia militare e religiosa, magia e scienze occulte. Ha collaborato con testate di spicco e la Rai. Sono suoi anche alcuni romanzi storici (L’avventura di un povero crociato, 1997; Il signore della paura, 2007).
Il sindaco di Asti Maurizio Rasero e gli assessori comunali al Palio Riccardo Origlia e alla cultura Paride Candelaresi dichiarano: «Siamo felici di avere il privilegio di poter accogliere nuovamente il professor Cardini per una ricorrenza così importante come i 750 anni del Palio, che diventa una preziosa occasione di approfondimento culturale inserita nel format del Festival del Medioevo. Quest’ultimo ha incontrato, lo scorso anno, tanto favore e partecipazione da parte della cittadinanza».
Gli amministratori sottolineano: «Un modo per avere uno sguardo più consapevole su presente e futuro grazie alla conoscenza delle nostre radici». Cardini spiega: «Nel Duecento, il Palio non aveva collegamenti intrinseci, in sé, con nulla che fosse militare o cavalleresco. La sua celebrazione lo rendeva tipologicamente simile a gare differenti, di eleganza e abilità, che erano collegate all’addestramento militare o all’ostensione di abilità guerriera, come le giostre, i tornei, le quintane».
Il professore prosegue: «Si trattava di giochi di abilità e di divertimento, play, che conoscevano però un risvolto più serio, il quale andava dal gioco d’azzardo (si puntava sul vincitore) al premio particolarmente ricco oppure onorevole e al vero e proprio game che implicava l’onore. Nelle nostre città i giochi d’armi furono presto monopolizzati dalle aristocrazie per ragioni di prestigio, senza peraltro dimenticare l’esercizio bellico».
Cardini conclude: «Giostre e tornei hanno una loro ricchissima tradizione letteraria, dal romanzo medievale di argomento arturiano in poi. Il Palio di Asti, come celebrazione cittadina che ha le sue radici in questa cultura ludica, ma di grande significato anche simbolico e funzionale, non a caso è stato riscoperto tra romanticismo ed età della costruzione della nazione italiana».
