di Manuela Zoccola
ASTI – L’attività di ricerca dell’Asl di Asti si distingue per l’attenzione alle esigenze reali dei pazienti e la capacità di tradurre le evidenze scientifiche in modelli organizzativi innovativi e in soluzioni concrete di cura. Ne sono esempio tre recenti studi condotti in ambiti diversi (dipendenze, chirurgia generale e neonatologia) accomunati da una visione integrata territoriale della medicina.
Ethylfree: un modello di medicina di prossimità per i pazienti con disturbo da uso di alcol
Nello specifico, lo studio Ethylfree propone un nuovo modello di medicina di prossimità per i pazienti con disturbo da uso di alcol (Dua) in condizioni di fragilità sociale. Condotto dal Serd dell’ospedale “Cardinal Massaia,” lo studio ha coinvolto pazienti privi di caregiver, seguiti attraverso un’assistenza infermieristica territoriale personalizzata.
I risultati preliminari indicano che questa modalità di presa in carico migliora l’aderenza terapeutica, la stabilità emotiva e riduce le ricadute, grazie a un intervento ravvicinato e continuo da parte degli infermieri delle Case della salute.
Una risposta concreta ai bisogni delle fasce più vulnerabili, che dimostra l’efficacia di un approccio integrato tra ospedale e territorio.
Encloco: venti centri italiani per la chirurgia oncologica del colon
Sul fronte chirurgico, poi, l’Asl astigiana è centro promotore dello studio multicentrico nazionale Encloco, coordinato dalla Struttura complessa di chirurgia. Lo studio, che coinvolge venti centri italiani, ha l’obiettivo di valutare le tecniche ottimali di chiusura dell’incisione della parete intestinale nei pazienti sottoposti all’asportazione chirurgica laparoscopica della metà destra del colon a causa di un tumore.
Grazie all’analisi comparativa di sette diverse tecniche chirurgiche su un campione di mille pazienti, lo studio mira a migliorare gli esiti post-operatori, ridurre le complicanze e contribuire alla definizione di protocolli standardizzati, con un impatto rilevante sull’efficienza e la sicurezza della chirurgia oncologica.
NewBornRisk: tecnologia e prevenzione per i neonati ad alto rischio
Infine, il progetto NewBornRisk, condotto dalla pediatria del “Cardinal Massaia,” punta a migliorare l’assistenza neonatale attraverso un duplice obiettivo: identificare i principali fattori di rischio pre e perinatali associati alla necessità di cure intensive, ventilazione o rianimazione alla nascita; e sviluppare un’applicazione digitale, semplice e utilizzabile in tempo reale in sala parto, per supportare il triage neonatale e consentire un intervento tempestivo nei casi ad alto rischio. Uno studio che unisce l’approccio clinico all’innovazione digitale, con l’intento di offrire strumenti pratici al personale sanitario e migliorare gli esiti di salute nei primi momenti di vita.
Una sanità che investe nella ricerca per trasformare la cura
Seppur diversi, i tre ambiti hanno, quindi, un’unica visione condivisa: una sanità che mette al centro la persona e investe nella ricerca, non solo come strumento di conoscenza ma anche come leva di trasformazione concreta della pratica clinica e dell’organizzazione dei servizi.
