di Marco Fiorini
BRA – Prosegue al Movicentro la biennale Arte next gen dedicata alla sensibilizzazione contro la violenza di genere, un percorso culturale e sociale che sta coinvolgendo associazioni, giovani e istituzioni. Dopo l’ottima risposta di pubblico all’inaugurazione del 25 novembre, con una partecipazione superiore alle aspettative, sono in programma tre nuovi appuntamenti che mettono al centro arte, testimonianze dirette e confronto sul territorio.
La giornata inaugurale ha evidenziato un grande coinvolgimento della comunità, grazie anche alla partecipazione attiva della Consulta giovanile. I ragazzi, nonostante la giovane età, hanno affrontato il tema con profondità, arrivando a toccare un aspetto spesso ignorato: anche gli uomini possono essere vittime di violenza di genere.
Durante l’incontro è stata proiettata un’intervista televisiva in cui la normalizzazione della violenza femminile sugli uomini veniva presentata come “divertente”. I giovani hanno chiesto al pubblico di fermarsi e riflettere: la violenza è sempre violenza, indipendentemente da chi la esercita.

Tutti i membri della Consulta sono intervenuti, sottolineando l’importanza di relazioni basate sulla fiducia e non sulla sottomissione. Le autorità presenti hanno richiamato il tema sociale dell’indifferenza, rappresentato anche da una campagna televisiva in cui alcune donne in rosso cadono a terra mentre i passanti si voltano dall’altra parte: un’immagine dell’indifferenza che spesso circonda la violenza domestica.
È stata inoltre evidenziata la drammaticità della violenza nei suoi effetti sui minori, capace di generare traumi profondi e, talvolta, di riprodurre comportamenti violenti nell’età adulta.
Nel corso dell’inaugurazione sono intervenuti Matteo Gotta, presidente dell’associazione Dreaming in art, e l’architetto e critico d’arte Diego Repetto. Entrambi hanno sottolineato la potenza dell’arte come strumento di apertura, comunicazione e rispetto dell’altro: valori opposti alla logica della violenza e della possessività.

La presidente della Consulta per le pari opportunità Agata Comandè sottolinea il ruolo fondamentale dei giovani e dell’arte: «Un linguaggio che arriva diretto all’animo e può contribuire a costruire una cultura diversa, fin dalle radici. Perché la violenza sulle donne affonda in stereotipi culturali che resistono nel tempo», ci dice con convinzione la presidente Comandè. «Lo testimoniano anche le parole di una giovane studentessa di ingegneria: su 300 iscritti al Politecnico di Torino, solo una trentina sono ragazze. Un dato che mostra come gli stereotipi di genere influenzino ancora oggi le scelte e il percorso di vita delle donne, pur in una società democratica».
L’appuntamento
Il prossimo evento sarà sabato 6 dicembre, alle 18.30, con le realtà territoriali che da anni operano accanto alle donne vittime di violenza. Parteciperanno, tra le altre, lo sportello d’ascolto e diverse associazioni tra le quali Mai più sole.
L’obiettivo è fare il punto sulle conoscenze, sulle difficoltà e sui percorsi avviati per sostenere le donne in situazioni di fragilità. Un momento di confronto operativo, volto a mettere in rete esperienze e strumenti, e a raccontare come si evolve l’impegno locale contro la solitudine e l’isolamento che spesso accompagnano la violenza domestica.
Una parte degli autori, in particolare quelli che hanno portato testi scritti, poesia e narrativa, ha anticipato il proprio intervento nell’incontro di sabato 29 novembre.
Il successivo evento in programma sabato 13 dicembre vedrà protagonisti i 39 giovani partecipanti alla Biennale. Ognuno presenterà la propria opera, pittorica, scultorea, fotografica o letteraria, raccontando la motivazione che lo ha spinto a partecipare e il messaggio che ha voluto trasmettere sul tema della violenza di genere.
