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Anche l’Avis Alba registra sempre meno donazioni: le possibili cause

Da un lato c'è la tendenza nazionale e dall'altra alcune limitazioni che rendono difficile intercettare nuovi donatori

Sabato 21 e domenica 22 l'Avis invita a donare il sangue a Mango
Immagine d'archivio.

di Davide Barile 

ALBAIl traguardo delle 4.882 donazioni raggiunte nel 2024 dall’Avis di Alba sarà difficilmente replicabile. A evidenziare il fatto che i numeri siano in calo è Gianfranco Canavese, presidente da aprile: «La tendenza sembra sia nazionale, ma ci sono alcuni aspetti che andrebbero analizzati. Giunti a questo punto, rispetto allo stesso periodo dell’anno passato è presente una differenza negativa di più o meno duecentotrenta donazioni».

Le cause

Tra i fattori che concorrono alla formazione del buco vi è il progetto “Autoemoteca nelle scuole” che, rispetto al passato, non ha dato i risultati attesi: «Gli anni scorsi riuscivamo sempre a registrare buoni numeri e, allo stesso tempo, sensibilizzare le nuove generazioni al dono del sangue. In un Paese che invecchia, il loro sforzo è indispensabile. Questa volta è stato più difficile: in un istituto, addirittura, a causa di prove Invalsi, gite e altri impegni non è stato possibile programmare una giornata dedicata al dono del sangue. In altri, nonostante il momento fosse stato preceduto da incontri informativi gestiti da noi volontari, gli studenti si sono presentati pur sapendo di non poter donare: alcuni, per esempio, avevano fatto un tatuaggio o un piercing da poco. Durante una di queste uscite, su venti candidati il medico ne ha accettati solo sei».

Un altro motivo che concorre alla diminuzione delle donazioni è un’abitudine ripresa dopo la pandemia: «La gente va sempre più frequentemente all’estero. Se viaggi fuori dall’Unione europea la sospensione dalle donazioni è ventinove giorni, che però aumenta fino a un anno se visiti Paesi tropicali. Fino a qualche anno fa, dopo sei mesi bastava che ti sottoponessi a un esame sulla malaria e potevi ricominciare: il test è però troppo caro e la possibilità non è più concessa. Quindi, dopo sei mesi, puoi solamente ricominciare a donare plasma, che però dovrà essere usato soltanto per scopi industriali. Quando poi l’anno di sospensione è passato, la persona viaggia di nuovo e tutto ricomincia da capo».

Non solo il problema dei giovani

Dai 65 ai 70 anni è possibile donare su giudizio del medico: «Anche in questa fascia, stiamo perdendo donatori. Le direttive specifiche cambiano in tutta Italia e, da noi, attualmente sono escluse le persone che si stanno sottoponendo a una terapia consecutiva. Basta, banalmente, una pastiglia per la pressione per non poter più donare. Speriamo che le linee guida cambino al più presto». Fatta eccezione per l’appuntamento del 2 gennaio, che è saltato a causa della mancanza di personale, «la situazione relativa al reclutamento dei medici e degli infermieri è migliorata, i problemi sono stati sporadici».

Sangue e plasma raccolti nella sezione di Alba sono inviati all’Avis intercomunale Arnaldo Colombo di Torino. Canavese prosegue: «Per ogni sacca ci spetta un rimborso spese, ma prima che le somme arrivino effettivamente a noi passa molto tempo. L’accordo prevedeva il pagamento a sessanta giorni e, ora, stiamo ricevendo i rimborsi di settembre e ottobre 2024. Le spese sono tante e dobbiamo essere molto oculati per far quadrare i conti. Lo scorso anno abbiamo posizionato un impianto fotovoltaico sul tetto della sede: l’energia prodotta ci aiuterebbe a rendere meno pesanti le bollette, ma purtroppo l’installatore non l’ha ancora attivato».

Informazioni sul dono del sangue e del plasma possono essere richieste allo 0173-44.03.18, mentre le prenotazioni si effettuano sul sito www.avisalba.it. Conclude Canavese: «A breve, per volontari e simpatizzanti, arriveranno i calendari del 2026. Per la loro realizzazione abbiamo coinvolto la classe quarta del liceo artistico: ogni mese sarà corredato da un loro disegno».

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