di Davide Barile
AUTOVELOX – Comuni e Province avevano tempo fino al 30 novembre per comunicare al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) il numero di autovelox in dotazione, indicando marca, modello, riferimenti dell’omologazione e, per quelli fissi, anche la posizione.
L’elenco, ora pubblicato sul sito del Ministero, conta 3.765 autovelox in tutta Italia. In provincia di Cuneo ne risultano 62, in gran parte mobili, spesso utilizzati all’interno delle colonnine presenti lungo le strade.
La situazione nei Comuni della Granda
Nel dettaglio, la Polizia municipale di Alba dispone di due autovelox, mentre Bra e Cuneo ne hanno tre ciascuna. La Polizia locale dell’Alta Langa, che opera su 38 Comuni, ne possiede cinque; quella delle Colline di Langa e del Barolo uno solo.
L’elenco comprende inoltre i due autovelox di Sommariva del Bosco e Cherasco, e quello di Dogliani.
Autovelox fissi: dove si trovano
Appena fuori dai confini provinciali, a Motta di Costigliole, sono presenti due autovelox fissi, ben noti a chi percorre quel tratto per evitare il pedaggio dell’Asti-Cuneo.
Tornando alla Granda, gli autovelox fissi sono sei e si trovano a Mondovì, Centallo, Cherasco, Canale, Lagnasco e Sanfront.
Il caso Cherasco e i ricorsi accolti
Se la Provincia di Alessandria ha competenza su dieci apparecchi e quella di Savona su sette, l’unico autovelox provinciale di Cuneo è quello di Cherasco. Come aveva dichiarato nei mesi scorsi il presidente Luca Robaldo, tutti i ricorsi presentati al giudice di pace di Alba contro le relative sanzioni sono stati accolti, con condanna della Provincia al pagamento delle spese processuali.
Omologazioni mancanti e multe a rischio
Il censimento del Mit nasce con l’obiettivo di fare chiarezza su un tema molto controverso e di ridurre ricorsi e contestazioni. Gli autovelox non inseriti nell’elenco dovranno essere disattivati.
Tuttavia, anche per quelli censiti il futuro resta incerto: mancano norme chiare sull’omologazione e la Corte di cassazione ha più volte stabilito che, in assenza di certificazione, la multa è nulla.
L’analisi di Mario Gatto (Globoconsumatori)
Sull’argomento interviene Mario Gatto, fondatore della Globoconsumatori, associazione alessandrina con 55 sedi in Italia:
«Nonostante il censimento, non è cambiato nulla: senza omologazione la multa non ha valore. E in Italia tutti gli autovelox sono irregolari».
Secondo Gatto, il numero degli apparecchi registrati è nettamente inferiore a quello ipotizzato in passato: «Si parlava di 12mila autovelox, ma ne risultano censiti circa un terzo. Inoltre, diversi numeri di matricola dichiarati sono inattendibili».
Autovelox e omologazione: il nodo giuridico
«Se un’Amministrazione vuole fare cassa usa gli autovelox, se è onesta no», afferma Gatto. «L’autovelox è uno strumento di misurazione della velocità e, come tutti i pesi e le misure, dovrebbe essere omologato dall’ex Ministero dello sviluppo economico, oggi Ministero delle imprese e del made in Italy, non dal Dicastero dei trasporti. È lo stesso principio della bilancia del salumiere».
Le prove di omologazione, secondo l’esperto, sono di difficile attuazione: la taratura avviene a velocità elevatissime e, una volta smontato e reinstallato l’apparecchio, cambiano parametri fondamentali come altezza e angolazione, rendendo nulla la certificazione. Un aspetto regolato in modo preciso dall’articolo 232 del Codice della strada.
Ricorsi e sicurezza stradale
Gatto, membro della Commissione Trasporti alla Camera, ricorda: «Dodici anni fa ci prendevano per pazzi, oggi ci danno ragione. Presentiamo circa 10mila ricorsi all’anno e nel 98% dei casi vengono accolti. Ad Alba arriviamo al 100%».
Sulla sicurezza stradale conclude: «L’autovelox nasce come strumento repressivo, non preventivo. Secondo l’Istat, la velocità è solo la quarta causa di incidenti. Prima vengono distrazione da cellulare, alcol e droga. Servono più controlli diretti: pattuglie, paletta e fischietto».

