di Lino Ferrero
BRA – Il campanile della chiesa di Ca’ del Bosco continua a far parlare di sé. La struttura fu gravemente danneggiata nel 2019 da un fulmine, tanto che l’orologio del campanile da allora segna da anni le 17.55, l’ora in cui avvenne l’impatto – un simbolo che ha fermato il tempo in seguito a quell’evento.
Da una parte ci sono i frazionisti che attendono con impazienza che i lavori inizino, dall’altra parte, ossia la parrocchia di Sant’Andrea, proprietaria della chiesa attende il via libera della Soprintendenza. In questo momento di impasse si sono creati malintesi tra chi non vede progredire i lavori e crede si parli di immobilismo.
Come stanno i fatti.
Nel Consiglio comunale di dicembre 2024 fu approvata una delibera che prevedeva l’utilizzo di un fondo comunale, ricavato dall’avanzo di bilancio e destinato alla tutela degli edifici di culto. In assenza di altre richieste, quella somma sarebbe stata usata proprio per la chiesa di Ca’ del Bosco. La chiesetta, chiusa da anni – senza più celebrazioni della Messa né altre funzioni religiose – era inoltre stata oggetto di atti vandalici nel 2023, con danni a molti arredi sacri. Ma questa è un’altra storia che non c’entra col restauro, piuttosto come il segno di una società che non ha più rispetto del sacro.
Ci dice Alessio Bossolasco, un laico, uno dei referenti economici delle parrocchie braidesi che segue la situazione di Ca’ del Bosco: «Nel 2021 era già stata presentata una richiesta di contributo al Comune di Bra in ragione della legge 15 per gli edifici di culto; purtroppo il professionista incaricato non ha completato l’inoltro della documentazione in Soprintendenza, passaggio indispensabile, per ottenere l’autorizzazione ai lavori e così l’iter burocratico si è bloccato».
Poi la storia recente. «A ottobre 2024 – continua Bossolasco – è stata ripresentata la richiesta, Legge 15, successivamente si è provveduto a redigere un nuovo progetto, ad incaricare una impresa edile certificata e a inoltrare, nel mese di maggio 2025, all’ufficio arte-beni culturali della diocesi di Torino la documentazione per l’approvazione diocesana e la successiva trasmissione alla competente Soprintendenza».
Quindi non un problema di ritardi o dimenticanza, ma di un iter sempre molto complicato che richiede tempo. «Da allora – conclude Alessio Bossolasco – come ho già avuto modo di informare i frazionisti che mi hanno contattato per aggiornamenti sulla pratica, siamo in attesa dell’autorizzazione per dar corso all’intervento. Nel mese di settembre 2024 con don Gilberto abbiamo incontrato un gruppo di frazionisti che lamentavano ritardi sui lavori da effettuare a seguito del fulmine che aveva colpito il campanile della chiesa».
A preoccupare ulteriormente è il passaggio di mezzi pesanti sulla strada sottostante, i cui movimenti del suolo potrebbero compromettere ulteriormente la stabilità della struttura: un rischio concreto che non può essere sottovalutato e che richiede un intervento tempestivo. Questione segnalata in un incontro svoltosi a ottobre 2024 tra un gruppo di frazionisti il Sindaco e alcuni assessori.
La chiesa di Ca’ del Bosco affonda le sue radici nel Seicento e da secoli è punto di riferimento religioso, culturale e identitario per la comunità locale, già messa a dura prova per la mancanza di celebrazioni liturgiche orma da qualche anno, che hanno anche sgretolata la vita sociale dei frazionisti. Nel tempo ha subito restauri e trasformazioni, ma ha sempre mantenuto il suo valore simbolico e storico, come testimone della vita della frazione e delle generazioni che l’hanno abitata. Fu la seconda chiesa della frazione, la prima dedicata ai Santi Cristoforo e Giacomo del 1400 ora resta la sola facciata conglobata in un’abitazione privata.
Un esempio virtuoso: la chiesa della frazione Boschetto
La chiesa parrocchiale del Boschetto, dedicata al Santissimo nome di Maria e cuore spirituale della piccola frazione di Boschetto-Falchetto nel territorio braidese, vive oggi una rinnovata stagione di vita ecclesiale e comunitaria dopo il recente grande intervento di restauro conservativo.
Un restauro atteso e significativo
I lavori di restauro della chiesa, portati avanti tra 2019 e 2024, hanno riguardato in particolare la consolidazione strutturale dell’edificio, la sistemazione delle coperture e dei tetti, e la conservazione dell’assetto liturgico interno. Questi interventi hanno permesso di restituire alla comunità un luogo di culto più sicuro, accogliente e adatto alle esigenze della parrocchia.
La fine del cantiere è stata celebrata con un momento di inaugurazione il 13 settembre 2024, una tappa storica attesa e partecipata per Boschetto e per il territorio circostante.
A un anno di distanza dalla conclusione dei lavori, la chiesa del Boschetto non è più solo un edificio restaurato, ma un punto di riferimento reale per la comunità. La sua riapertura ha favorito il ritorno delle celebrazioni liturgiche, delle feste patronali e di momenti di festa religiosa che riuniscono famiglie e residenti.
Nel corso del 2025, ad esempio, la chiesa è stata al centro dei festeggiamenti religiosi con processioni e Messe solenni alla presenza anche di autorità locali, tra cui il sindaco di Bra.
Cura pastorale e rinnovata vitalità
Il restauro ha coinciso con una fase di transizione anche nella guida pastorale: dopo gli anni di servizio di don Beppe Brunato, fino a settembre 2024 impegnato nella cura di diverse comunità parrocchiali tra Cavallermaggiore e Boschetto, è arrivato don Bernardo Petrini giovane sacerdote incaricato di proseguire l’azione pastorale nella zona.
Questo cambio rappresenta una nuova tappa per la vita ecclesiale locale, con l’obiettivo di consolidare la partecipazione dei fedeli e valorizzare il patrimonio religioso e culturale della frazione.
Il recupero della chiesa si inserisce in un più ampio contesto di valorizzazione del patrimonio storico-religioso del territorio braidese, che include cappelle, piloni votivi e chiesette rurali documentate anche in recenti studi e pubblicazioni sul paesaggio sacro locale.
La chiesa del Boschetto, con le sue forme semplici e la sua lunga storia di fede popolare, continua così a essere non solo un monumento restaurato, ma un luogo vivo dove storia, spiritualità e comunità si incontrano quotidianamente.
