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Una dedica a Vera Martini Silvano, che aiutò a liberare 150 albesi dai nazisti

Una dedica a Vera Martini Silvano, che aiutò a liberare 150 albesi dai nazisti

di Davide Barile 

ALBA – Grazie ai comitati di quartiere Moretta, corso Langhe e Moretta due, nell’area verde Vera Martini Silvano è stato allestito, per il secondo anno consecutivo, un cartellone inneggiante alla pace. Ben visibile anche da chi transita in corso Enotria e strada Santa Rosalia, il manifesto è stato presentato nei giorni scorsi.

Come soggetto è stata scelta proprio Vera Martini Silvano (1896-1986) nel decennale dall’intitolazione. Nativa di Roma, conobbe il marito, l’albese Gioacchino Silvano, viceprefetto di Genova, durante i suoi anni da segretaria comunale a Sori: fu la prima donna in Italia a ricoprire tale ruolo. Durante la Seconda guerra mondiale collaborò con il vescovo di Alba, monsignor Luigi Maria Grassi, come interprete dal tedesco per trattare con i nazisti e fu parte attiva nella liberazione di 150 ostaggi albesi catturati e imprigionati a Torino. Dopo il conflitto, continuò la sua opera di educatrice e benefattrice ad Alba.

Oltre alla sua fotografia in bianco e nero, sul cartellone è riportato un suo profilo biografico e la scritta «Che la luce di Betlemme arda sempre in noi, perché gli occhi dei bambini possano vedere strade di pace». Al taglio del nastro era presente il sindaco Alberto Gatto per portare i saluti dell’Amministrazione comunale, mentre Renato Vai, storico residente del rione, ha parlato della figura della signora Martini Silvano.

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