Il 28 aprile 2009, sul versante che da piazza Castello conduce ai ruderi del maniero, si stacca una frana che, pur senza causare gravi danni, compromette l’accesso e l’utilizzo di alcune proprietà dei privati Luigi Sugliano, Giancarlo Gallo e Maria Agoston, Roberto e Gianmaria Mezzano, Ercole Dotta, Mario Cauda e Marina Garbarino, Carlo Bemer e Rosella Goso. Il Comune dispone la chiusura del tracciato pedonale che collega via Alfieri al castello e, con un’altra ordinanza, vieta ai cittadini coinvolti dall’evento di utilizzare le pertinenze dei propri appezzamenti, ai piedi dello smottamento. L’ordinanza viene revocata a inizio 2010, mentre continua a essere in vigore quella del sentiero, oggi non ancora percorribile.
L’Amministrazione dell’allora sindaco Aldo Bruna si attiva per arrestare il movimento franoso e provvede alla posa di reti di protezione e cavi d’acciaio. Il versante, però, necessita di un intervento più strutturato; si pensa a un progetto ad hoc che, per essere attuato, ha bisogno di un cospicuo finanziamento. Restano così irrisolti alcuni problemi. In particolare, a preoccupare, sono le acque piovane, che, giungendo dalla sommità della collina e percorrendo il sentiero principale, rischiano di creare seri pericoli alle case affacciate su via Alfieri.
I residenti, nell’ottobre scorso, hanno chiesto al sindaco Graziano Maestro un incontro per fare il punto sui lavori e, soprattutto, per sollecitare alcuni interventi straordinari che prevengano i rischi di allagamento in caso di precipitazioni. Gli amministratori si mostrano disponibili, ma la riunione viene organizzata soltanto a metà gennaio; troppo tardi, secondo i residenti, «in quanto sarebbe stato opportuno intervenire prima della brutta stagione per difendere al meglio le abitazioni dal rischio di piogge», scrivono gli abitanti in un documento.
In seguito alla riunione, e dopo aver informato il Sindaco, alcuni proprietari dell’area effettuano, con risorse proprie, opere di scavo per facilitare lo scolo delle acque meteoriche nel canale di via Delle Donne. Il 21 gennaio i residenti vengono invitati a prendere parte a un sopralluogo, al quale sono presenti gli architetti Dario Cavallotto (direttore dei lavori dei precedenti interventi) e Roberto Pestarino. I tecnici, dopo la visita, stilano un documento che mette a punto una serie di interventi straordinari, portati a termine nei giorni scorsi. Si è proceduto a creare una deviazione sul sentiero affinché le acque provenienti da monte possano defluire nel fossato a cielo aperto di via Delle Donne (evitando quindi che si riversino sulle case) e sono stati rimossi tutti i detriti accumulatisi con i vari movimenti del terreno, nella parte di sentiero immediatamente a monte della porzione protetta dalle reti.
Ha dichiarato l’architetto Pestarino: «Le opere effettuate vanno considerate, nell’ordine della manutenzione straordinaria, come una prima soluzione alle problematiche lamentate dai cittadini, preparatoria a ulteriori passaggi che perfezionino le operazioni di messa in sicurezza intraprese dall’Amministrazione negli anni passati».
Gli interventi hanno soddisfatto a metà i residenti, che hanno commentato: «Per due sole giornate di lavoro sono occorsi più di 90 giorni di organizzazione. In ogni caso, siamo soddisfatti perché si è giunti alla conclusione della messa in sicurezza provvisoria della regimazione delle acque superficiali del sentiero. Allo stesso tempo, visto la provvisorietà degli interventi, restiamo preoccupati perché nessuno ci ha fornito rassicurazioni in merito alla sicurezza delle nostre abitazioni che, com’è accaduto di recente alle Cinque Terre, potrebbero essere in parte allagate. Ci auguriamo che il progetto definitivo per la messa in sicurezza dell’area del castello venga presto finanziato e attuato».
È ciò che si augurano un po’ tutti i cortemiliesi, prima di tutto per ragioni di incolumità delle persone ma anche per questioni paesaggistiche, visto che il versante che conduce alla zona medievale è sicuramente uno dei punti più suggestivi del paese.
Enrico Fonte