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Pinot Gallizio. Le mostre ad Alba

Alla galleria Martano di Torino è allestita la mostra Peinture d’ensemble.Unlaboratorio di situazioni, esposizione che esamina il felice connubio artistico nato nell’Alba degli anni Cinquanta grazie all’unione di intenti di varie personalità di spicco dell’epoca – Pinot Gallizio, Piero Simondo, Asger Jorn ed Enrico Baj. Il titolo della mostra richiama l’insieme di discussioni e vere e proprie creazioni che animavano il cosiddetto “Laboratorio sperimentale” di via XX settembre. Si tratta della prima di una serie di iniziative attorno alla figura di Gallizio e alla sua attività all’interno del Laboratorio, che continueranno in primavera ad Alba con il contributo di Liliana Dematteis, presidente dell’Archivio Gallizio.

Come si presentano le iniziative albesi su Pinot Gallizio, a partire dall’esposizione di un rotolo della pittura industriale dal 31marzonella chiesa di San Domenico?

«Innanzitutto occorre sottolineare che si tratta del rotolo più lungo che Gallizio abbia realizzato e che, a differenza di altri, non è mai stato tagliato. Per la prima volta verrà esposto srotolato in tutti i suoi 74 metri».

Per esporre un’opera così particolare quale allestimento avete scelto?

«In collaborazione con Antonio Rava, direttore del Centro di restauro della Reggia di Venaria, abbiamo trovato la soluzione di collocare una struttura di cavetti in acciaio sostenuti da una piattina che si sviluppa in alto lungo il perimetro della chiesa, creando una sorta di percorso ai lati della navata e davanti alla zona presbiteriale. Il rotolo di pittura vi verrà appeso e, quindi, con l’assenza di tralicci e sostegni, sembrerà sospeso nell’aria. Perché avete scelto di affiancare al rotolo, a partire dalmmesedi maggio, le opere di Anna Scalfi e di Cesare Pietroiusti? «I due artisti, le cui opere hanno già raggiunto fama e riconoscimenti internazionali, appartengono alla generazione di giovani che si sono formati e sono stati influenzati dall’arte galliziana. In tal senso intendiamo instaurare un ponte tra Pinot Gallizio e chi ne ha fatto un riferimento artistico, mutuando il proprio lavoro dal maestro albese».

Anche il Teatro sociale accoglierà opere di Gallizio.

«La Galleria ha lasciato in comodato al Comune di Alba due opere dell’artista, intitolate Le fabbriche del vento 1 e 2. Esse verranno sistemate nel vestibolo del teatro. Faranno da cornice anche alcuni abiti realizzati su ispirazione del quadro La notte barbara della Galleria d’arte moderna di Torino. Stiamo ancora cercando un sostegno economico per realizzareun video cheaccompagni l’esposizione dei modelli mostrandone il confronto con la fonte di ispirazione».

L’ultima iniziativa, ma non per importanza, è quella che riguarda l’apertura dello “Spazio Gallizio” all’interno del centro studi Beppe Fenoglio, diretto da Giulio Parusso. Che cosa ospiterà?

«È estremamente importante l’apertura di questo spazio permanente, che andrà a occupare buona parte del secondo piano del Centro. In una stanza, arredata con i mobili del soggiorno dell’artista – salvati dallo smantellamento della sua abitazione – vi sarà una biografia per immagini di Gallizio, corredata da documenti e filmati che potranno essere visti nella sala adiacente e da buona parte della sua libreria. Uno spazio, inoltre, ospiterà l’installazione L’anticamera della morte, ultimo lavoro dell’artista prima della sua prematura scomparsa».

Stella Marinone

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