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Alba al Family

In un momento tanto critico per la Chiesa, che cosa ha significato l’incontro delle famiglie con il Santo Padre? Per Massimo e Roberta, «mettersi in cammino, in pellegrinaggio, verso Milano è stato interrogarsi su questo: io, famiglia, sono davvero “piccola Chiesa” e ho la possibilità e la responsabilità di far comprendere al mondo che cosa è la Chiesa e quali sono le sue modalità di esprimersi, di vivere, di “gestire l’aspetto finanziario”. È stato importante rincuorare il Papa sul nostro affetto, sulla nostra fiducia e ricevere da lui forza e coraggio per affrontare le quotidiane difficoltà. Lo abbiamo sentito vicino, presente e consapevole della realtà spesso faticosa delle nostre famiglie; le sue parole sono andate al cuore dei problemi»

MILANO Alberto e Tere, di Piana Biglini, erano a Milano, sabato 2, insieme ai 48 giunti in pullman dalla Diocesi di Alba. Il gruppo è stato festosamente accolto a Buccinasco, nella parrocchia di Sant’Adele, poi ha raggiunto Bresso per la Festa delle testimonianze e l’incontro con papa Benedetto. Alberto e Tere hanno riportato una grande impressione dal settimo Incontro mondiale delle famiglie. Le loro parole: «Abbiamo percepito un vero clima di festa dei cuori e della gratuità. Ci hanno accolti prima la comunità di Sant’Adele, poi i volontari della Gmf. «Ben arrivato, ciao, hai bisogno di qualcosa?»: una vera attenzione alla persona, che rincuora e insegna che è possibile fare festa insieme ed essere Chiesa intesa come famiglia di famiglie. Famiglia, lavoro e festa è stato infatti il tema proposto dal Papa per il settimo incontro mondiale, che abbiamo vissuto uniti, come Diocesi di Alba».

Dall’aeroporto di Bresso, alla periferia di Milano, sabato e domenica, si può dire sia decollata la gioia di essere famiglia. Erano oltre 350 mila i partecipanti, sabato 2, tra bambini, giovani, adulti, accompagnati da sacerdoti, religiose, religiosi, vescovi giunti da più di 130 Paesi per la Festa delle testimonianze. Erano invece un milione il mattino seguente alla Messa celebrata da Benedetto XVI. Sono stati i due grandi momenti, non certo gli unici, del Family 2012.

La famiglia «fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna», come ha ricordato il Santo Padre, è stata protagonista planetaria da Milano, la diocesi più grande del mondo, dove il Papa ha vissuto tre giornate intense e ha trovato ampio spazio nelle dirette televisive di tutto il mondo. Da qui il Papa ha parlato ai politici, evidenziando che giustizia e amore per la libertà sono le qualità-base per chi regge le sorti della società, richiamato a un maggior senso della «responsabilità».  All’interno di una scenografia curata, ma sobria ed ecosostenibile (i materiali usati per il palco e le strutture adiacenti saranno reciclati da cooperative sociali), il Pontefice ha partecipato alla festa, rispondendo alle domande poste dalle famiglie e, in chiusura, ha riservato incisive parole a una delle emergenze sociali odierne: l’equilibrio tra lavoro, festa e tempi della famiglia. Benedetto XVI, che nella Caritas in veritate ha esaltato il valore-bussola della gratuità, ha denunciato «la mentalità utilitaristica», che «tende a estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali». Ma – ha insistito – il progetto di Dio e l’esperienza mostrano che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere a uno sviluppo armonico e al bene della famiglia». C’è bisogno, allora, di lavorare per «armonizzare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, la professione e la maternità, il lavoro e la festa».

g.a.

Foto Ufficio Stampa Osservatore Romano

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