Ex INTEC: la Cip ricorre per i contributi mobilità

SOMMARIVA BOSCO Adesso i lavoratori della Cip (Cooperativa italiana pavimenti) che stanno continuando a operare all’interno dello stabilimento di località La Grangia, che fino a poco tempo fa ospitava l’Intec – azienda che produceva pavimenti sopraelevati, fallita la scorsa estate – hanno deciso di affidare all’avvocato braidese Alberto Rizzo, il compito di presentare ricorso contro la decisione dell’Inps, che dopo un accertamento compiuto poco dopo l’inizio dell’attività, ha chiesto loro il recupero della somma di contributi che i quattro soci non avrebbero versato. Spiega Rizzo: «Il presidente Dino Saglietto mi ha incaricato di presentare il ricorso, che abbiamo inviato alla Direzione regionale del lavoro di Torino e al Consiglio di amministrazione dell’Inps a Roma. I miei clienti, che continuano il percorso intrapreso anni addietro con la Intec, non si possono permettere di versare all’ente previdenziale la somma richiesta di 12 mila euro (che costituisce lo sconto di cui hanno diritto, essendo loro quattro dei lavoratori in mobilità) per recuperare il mancato versamento dei contributi previsti dalla legge nel trimestre settembre-dicembre, cifra che oggi è ormai raddoppiata».

I soci Carlo Giordanengo, Adriano Allocco e Marco Demichelis, insieme al presidente, si erano affidati all’Unione industriale per intraprendere il loro percorso lavorativo, che potrebbe anche coinvolgere – se le cose funzioneranno – altri ex-colleghi Intec, in mobilità. Spiegano: «Noi eravamo iscritti alle liste di mobilità e grazie all’aiuto avuto dal liquidatore Andrea Garassini, siamo riusciti ad affittare uno dei capannoni e una linea di produzione, per poter continuare il lavoro. Come conto-terzisti, accettiamo commesse e le realizziamo. Ovviamente gli inizi sono duri e noi, da 4 mesi, non percepiamo alcun stipendio. Però siamo certi che – se si risolve questo contenzioso – potremo andare avanti e cercare di migliorare la nostra posizione. Se non sarà così saremo costretti a chiudere». Sul prossimo numero di Gazzetta, in edicola domani, 21 maggio, la replica del direttore generale dell’Inps cuneese Eugenio Delfino.
Valter Manzone

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