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MONDO prova a ripartire

LAVORO Mondo ha presentato in Tribunale ad Asti il nuovo piano industriale. Dopo una proroga richiesta dalla ditta, le banche e gli uffici giudiziari hanno ora tra le mani le strategie che l’azienda, guidata dalla famiglia Stroppiana, adotterà per uscire dalla crisi che l’ha portata alla richiesta di concordato preventivo. Con l’amministratore delegato Federico Stroppiana abbiamo parlato del documento e del futuro.

MondoStroppiana, piano presentato e ora?
«Il piano è stato presentato giovedì 3 ottobre ad Asti. Ora spetta al Tribunale convocarci, penso tra un paio di settimane, per ulteriori delucidazioni o per rispondere a domande. Nel frattempo continuano le nostre discussioni con le banche per ottenere appoggio alla manovra finanziaria. Mondo continua a lavorare. Gli stabilimenti non si sono mai fermati».

Parliamo del piano.
«Il piano ricopre un periodo di 7 anni ed è basato sull’ottenimento di efficienze in ambito produttivo e gestionale».

Che cosa significa?
«Un elemento chiave del piano è un miglior rendimento delle vendite sul piano della marginalità, cioè il guadagno su un singolo prodotto».

In che modo?
«Con la razionalizzazione di certe linee di prodotto a breve, e con l’introduzione, a medio termine, di nuove linee innovative. L’aumento della marginalità si può ottenere in due modi: aumentando il prezzo del prodotto o diminuendo le spese nel produrlo. Noi optiamo per la seconda. Il mercato non possiamo controllarlo, il prezzo delle materie prime neanche, le variabili dei costi produttivi sono le uniche sotto il nostro controllo».

Lei parla di marginalità, non di incremento del fatturato?
«Il piano non si basa sull’incremento dei fatturati, tenendo conto della congiuntura economica assai difficile che coinvolge i mercati del bacino del Mediterraneo, i più forti per l’azienda. Un aumento di prezzo è una leva sulla quale non possiamo puntare».

Verso quali mercati rivolgerete l’attenzione, dunque?
«Si prevedono buone prospettive nelle Americhe, nell’Est Europa e nell’Asia».

Quali sono le linee sulle quali puntare?
«Principalmente il giocattolo e le pavimentazione sportiva. Prendiamo, ad esempio, il giocattolo: una parte viene prodotta da noi (palloni), una viene commercializzata. Lì dovremo selezionare in base ai costi di produzione e in base ai guadagni, seguendo le richieste del mercato e incrementando laddove i margini positivi sono migliori. Produciamo le pavimentazioni che vendiamo e questo ci ha portato a puntare su determinati stabilimenti. L’erba sintetica veniva prodotta nell’albese, ma ora si lavora in Spagna, dove siamo più competitivi, la quasi totalità del prodotto».

I lavoratori saranno lasciati a casa?
«Nel piano è previsto il supporto delle organizzazioni sindacali che rappresentato tutti i nostri lavoratori, con i quali abbiamo siglato un accordo che esclude la sospensione dal lavoro a zero ore, garantendo un impiego lavorativo minimo annuale non inferiore a dieci settimane. Questo permetterà all’azienda di modulare l’utilizzo delle risorse disponibili, per seguire nel modo più efficiente lo sviluppo dei fatturati».

Stroppiana, tra pochi mesi ci saranno i mondiali di calcio Brasile 2014. Siete presenti?
«Sì, ma con poche commesse. Ma posso anticipare che le soddisfazioni non mancano per le Olimpiadi, che si terranno nell’estate del 2016. Lì le prospettive sono buone e ci fanno ben sperare».

Il peggio è passato?
«Ce la stiamo mettendo tutta per cercare di garantire un futuro all’azienda. È un discorso rivolto a tutti, lavoratori, sindacati e fornitori. Speriamo che anche le banche assecondino il progetto».

Cristian Borello

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