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Alba: l’astrofisico Vignarca presenta il caso degli F35, «gli aerei più pazzi del mondo»

ALBA Lunedì 19 maggio, alle 21, sarà ad Alba Francesco Vignarca che presenterà, presso la libreria La Torre, il suo ultimo libro “F35 – L’aereo più pazzo del mondo”. L’autore è un astrofisico e giornalista, coordinatore della Rete italiana per il disarmo e fra i primi promotori della campagna contro l’acquisto dei cacciabombardieri F35. Ha seguito gli sviluppi di questo progetto anche a livello internazionale e ne documenta puntualmente ogni aspetto. Gazzetta gli ha rivolto alcune domande in vista della presentazione, organizzata dall’Ufficio della pace del Comune, dalla libreria La Torre e il gruppo delle “Donne in nero contro la guerra”. 

Francesco, attraverso quale punto di vista hai scelto di trattare l’argomento?
«
Diciamo che ci sono più punti di vista insieme: quello tecnico e cioè come siano ancora molti i deficit funzionali dell’aereo, quello strategico ovvero a cosa realmente mira questa produzione e quali legami internazionali implichi, quello economico e quindi il lievitare dei costi e la distribuzione degli utili, quello occupazionale perché la domanda è: è vero che il progetto crea tanti posti di lavoro come si dice?».

Diventa quindi indispensabile parlare di spese militari…
«
Certo, ma il mio libro non ha un approccio prettamente pacifista e disarmista. Provo invece a spiegare il progetto nelle sue dinamiche generali e le sue ricadute economiche. Questo aereo non può essere usato in guerra così com’è, perché ha troppe falle, quindi è uno spreco proprio dal punto di vista delle spese militari. Ed è inutile che si continui a giustificare questa spesa con i posti di lavoro che la sua realizzazione promette di creare».

Quando è iniziato il tuo impegno in campagne contro le armi e per la riduzione delle spese militari?
«Provengo dal mondo dell’associazionismo, dal mondo del pacifismo. Nel 2003 ho iniziato a occuparmi di export italiano delle armi. La Rete del disarmo è nata tra associazioni e pian piano è cresciuta. All’interno della rete che coordino il mio profilo è operativo e di analisi. Oltre a questo abbiamo lavorato sul disarmo nucleare delle nazioni, sulle mine, sulle armi tecnologiche, sulle banche armate e molto altro ancora».

Maurizio Bongioanni

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