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Carcere di Alba: carenza d’organico tra gli agenti. Per protesta niente mensa

Carcere di Alba: si vuole riaprirlo

ALBA Avevano preannunciato una protesta laddove le cose non fossero cambiate a breve e adesso gli agenti della Polizia penitenziaria in servizio al carcere di Alba hanno deciso di passare all’azione. Da mercoledì scorso il personale non consuma più il pasto alla mensa di servizio per manifestare il «profondo malessere che si avverte dopo aver percepito il totale abbandono da parte dell’Amministrazione penitenziaria, soprattutto regionale e centrale». Per ora una protesta silenziosa, quindi, destinata però a farsi più sonora qualora la situazione di disagio dovesse proseguire. In quel caso, infatti, vengono preannunciati sit-in pacifici prima dinnanzi alle porte della casa circondariale e poi di fronte al palazzo comunale.

alba carcere

In una nota congiunta, diffusa agli organi di stampa, le organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria rimarcano come le direzioni «sembrano non aver minimamente percepito la rovente situazione, e non solo dovuta per l’arrivo dell’estate, ma soprattutto dovuto a un aumento esponenziale della popolazione detenuta per la recente trasformazione dell’istituto da casa circondariale a casa di reclusione, senza il dovuto incremento d’organico sia di Polizia penitenziaria, che di personale tecnico-amministrativo e sanitario».

In particolare, i sindacati chiedono all’Amministrazione penitenziaria di risolvere i gravi problemi di organico. «Dal 2008 a oggi sono transitati in quiescenza ben ventinove agenti, in tutti i ruoli e qualifiche, che non sono mai stati sostituiti». Segue poi un elenco di rivendicazioni di natura economico-amministrativa, dal riconoscimento (o tardivo pagamento) del lavoro straordinario e dell’indennità di presenza notturna e festiva all’applicazione dell’orario lavorativo previsto dal contratto collettivo nazionale per le forze di polizia.

Ma soprattutto le organizzazioni sindacali chiedono l’adeguamento della struttura agli

standard minimi di sicurezza e vivibilità rispetto agli attuali. Da più di un anno l’ex casa circondariale si è tramutata in istituto penale, con un conseguente cambiamento della tipologia di soggetti reclusi, che richiedono maggiori cautele nella loro sorveglianza rispetto al passato. «Come se non bastasse, vi sono più cancelli ad automazione non funzionanti che abbassano notevolmente il livello di sicurezza del carcere».

Alla data del 31 maggio, nel “Montalto” di Alba erano detenute 124 persone.

ro.bu.

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