CUNEO Venerdì 30 ottobre alle 15, nella sede di Confindustria a Cuneo (corso Dante 51), il presidente dell’Unione industriale della provincia, Franco Biraghi, ha chiamato a raccolta tutti i parlamentari cuneesi al fine di individuare una comune linea d’azione su alcune tematiche urgenti e fondamentali per l’economia del territorio provinciale e non solo. Nello specifico, Confindustria Cuneo chiede a viva voce ai senatori e agli onorevoli eletti con i voti dei cuneesi un apporto costruttivo e la collaborazione per cercare di risolvere almeno tre grandi problemi che riguardano non soltanto le aziende associate, ma tutta quanta la popolazione provinciale: il completamento dell’autostrada Asti-Cuneo, il disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo e le agevolazioni per l’alluvione del novembre 1994.
«È indispensabile che i nostri rappresentanti politici si facciano carico in prima persona di problematiche che da troppo tempo opprimono la provincia di Cuneo e sulle quali, nonostante le dichiarazioni di appoggio pervenuteci da ambo gli schieramenti politici, nulla si stia muovendo», scrive il numero uno degli industriali cuneesi nella lettera di invito a indirizzata a senatori e onorevoli. «Prima fra tutte viene la vicenda dell’Autostrada A33 Asti-Cuneo, ancora incompiuta, e del vergognoso regime di monopolio di cui godono i concessionari autostradali, che consente guadagni spropositati sulle spalle dei cittadini e delle aziende».
«Un ulteriore attentato alla nostra economia – continua Biraghi – verrà dal disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo che, se approvato nella versione proposta dalle Commissioni riunite ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, determinerà la paralisi di ogni attività edilizia per i prossimi tre anni, compromettendo il rilancio delle attività economiche, incidendo anche pesantemente sui bilanci dei Comuni».
«Non meno importante – conclude -, è il problema relativo alle agevolazioni concesse in Italia alle imprese situate in aree colpite da calamità naturali tra il 1990 e il 2009, tra cui l’alluvione in Piemonte del novembre 1994, per il quale occorre farsi promotori di un intervento legislativo affinché i benefici confermati dalla Commissione europea alle imprese che hanno già concluso positivamente l’iter processuale e ottenuto i rimborsi richiesti, vengano estesi a tutte le aziende colpite dalla calamità che hanno i contenziosi pendenti e non hanno ancora ottenuto una sentenza passata in giudicato che gli riconosca il medesimo diritto».