Il vescovo: «Metto gli ultimi in primo piano»

La nostra diocesi tende la mano anche all’islam

INTERVISTA Serenità, umanità e voglia di fare. Sono questi i sentimenti che traspaiono dagli occhi e dalle parole del vescovo appena insediato della diocesi di Alba, Marco Brunetti. Lo abbiamo incontrato a un mese esatto dall’ordinazione nel suo ufficio al primo piano del complesso che si affaccia su piazza Monsignor Grassi.
Che diocesi ha trovato, eccellenza?
«L’impressione della prima ora è positiva. Ho trovato una diocesi viva, dalle grandi radici religiose, storiche e culturali, caratterizzata da un clero disponibile e generoso con tanti sacerdoti impegnati, sia ad Alba sia nelle vicarie di Langhe e Roero che nelle missioni. È anche una diocesi attenta al mondo del sociale, con Caritas e Migrantes sempre presenti, ai giovani, grazie soprattutto all’Azione cattolica e allo scoutismo, e alla cultura».

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Le caratteristiche della nostra diocesi si sposano dunque con l’idea lanciata dal sindaco di Alba Maurizio Marello di istituire un piano regolatore del sociale, non crede?
«Mi pare un’idea intelligente, oltre che necessaria. Penso che un piano regolatore del sociale sia fondamentale per coordinare le forze in campo e fare rete, non disperdere risorse e far sì che gli interventi possano dare frutti duraturi. La diocesi darà il proprio contributo attraverso i suoi uffici, mettendosi a disposizione in modo tale che il piano regolatore del sociale trovi un suo sbocco e si possa davvero realizzare per il bene della città».

Tra i problemi sociali più sentiti c’è quello della casa. Il direttore del Consorzio socio-assistenziale Marco Bertoluzzo ha di recente proposto di aprire le porte delle canoniche inutilizzate a chi si trova in difficoltà. Che cosa ne pensa?
«In linea di principio sono d’accordo: sarebbe una cosa positiva se con i locali vuoti della diocesi si potessero soddisfare le esigenze di tante famiglie senza casa. Prima però vanno fatte alcune valutazioni. Occorre verificare che le canoniche siano accessibili e abitabili ed eventualmente capire chi si potrà fare carico della ristrutturazione di quelle da sistemare. Poi bisogna appurare la disponibilità dei singoli parroci e delle rispettive comunità parrocchiali, con cui andranno definite le modalità di assegnazione degli immobili. Fatte queste opportune verifiche, il discorso potrà sicuramente essere avviato».

In conclusione vuole indicare agli albesi la strada maestra da seguire per vivere a pieno il Giubileo della misericordia indetto da papa Francesco?
«Il Giubileo straordinario è una grandissima opportunità che il Pontefice ha dato a ciascuno di noi per scoprire o riscoprire quanto sia grande la misericordia di Dio e il fatto che sia vissuto localmente, attraverso il segno della Porta santa, è importante. Credo che ognuno possa darsi una nuova prospettiva di impegno, sia cristiano che civile e sociale, condividendo questa misericordia in famiglia e nei luoghi che frequenta con le tante azioni che si hanno a disposizione. Così facendo usciremo dall’Anno santo arricchiti spiritualmente e proiettati verso il futuro con serenità ed entusiasmo».

Enrico Fonte

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