Da Ceresole all’Olanda, la storia dei fior di loto di cascina Gallina

Da Ceresole all'Olanda, la storia dei fior di loto di cascina Gallina

CERESOLE
Hanno anche cercato di estirparli notte tempo per reimpiantarli in altre peschiere ma i fior di loto non hanno attecchito: crescono rigogliosi
solo nelle peschiere di cascina Gallina a Ceresole. Sarà la terra rossa argillosa, sarà la profondità non eccessiva delle peschiere che ne favorisce la crescita; sono stati diversi i tentativi di riprodurre questa coltivazione ma le prove di espianto, se pur fatte con le dovute attenzioni, non hanno dato risultati positivi e le peschiere della cascina Gallina restano un unicum nella zona.

Da Ceresole all'Olanda, la storia dei fior di loto di cascina Gallina 1

L’azienda agricola della famiglia Pelissero – condotta da Giovanni, GianMario, Edoardo e Marco – oltre a coltivi e allevamenti, negli anni passati ha anche commercializzato i fiori di loto. Erano molto richiesti da un’azienda genovese che li esportava in Olanda, ma anche i fiorai della zona ne richiedevano centinaia per addobbare le chiese in occasione di matrimoni. I fiori recisi venivano impacchettati dentro le grandi foglie che li proteggevano e conservavano durante il viaggio. Con il tempo però le richieste sono andate diminuendo fino a esaurirsi; sono rimaste soltanto alcune parrocchie della zona che li richiedono in occasione di feste patronali o di eventi particolari.

Da Ceresole all'Olanda, la storia dei fior di loto di cascina Gallina 2

«L’aspetto singolare è che il fiore resiste alle gelate invernali, al freddo, alla neve», racconta Edoardo Pelissero, la cui famiglia negli anni Ottanta ha acquistato la cascina Gallina. «Io devo fare nulla: d’inverno il loto scompare, riposa sotto la superficie dell’acqua. Ma in primavera rinasce all’improvviso e durante il periodo della fioritura, luglio e agosto, getta i suoi fiori verso il cielo, come fossero qui da sempre». La bellezza del loto è anche un mistero scientifico. Il cosiddetto “effetto loto” è la capacità di questo fiore di restare pulito grazie a microscopici cristalli di cera
che rivestono la sua superficie esterna, creando un mantello idrorepellente. Sulle foglie di loto l’acqua scivola via portando con sé sporcizia e insetti indesiderati, una caratteristica oggi studiata avidamente dalle aziende tessili e considerata simbolo di purezza in Oriente, tanto che l’induismo e il buddismo lo reputano un fiore sacro.

Sul numero di Gazzetta in edicola, la storia del laghetto dei fior di loto di Vezza

m.b.

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