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Ceretto: la Langa è all’apice, è giunto il tempo del Roero

Ceretto: la Langa è all’apice, è giunto il tempo del Roero
Ceretto durante la performance di Enzo Mastrangelo, nel 2013, per l’acquisto collettivo del Lichene spregiudicato di Gallizio.

INTERVISTA Il Bocuse d’or in Piemonte? Una grande opportunità per tutti. L’Asta del tartufo in diretta con Philadelphia? Una piacevole novità per una manifestazione che iniziava a essere stanca. Il drappo del Palio raffigurante un piatto di Enrico Crippa, fotografato da Bob Noto? Una trovata geniale della presidente dell’ente Fiera Liliana Allena. Intervistare il ristoratore-produttore-mecenate Bruno Ceretto regala spunti. Alla soglia degli ottant’anni, l’imprenditore langhetto Ceretto può dire di aver saputo precorrere i tempi e prevedere il mercato, arrivando tra i primi Oltreoceano. Ne parliamo con lui.

Ceretto, nei giorni scorsi il giornale specialistico Travel 365 ha eletto la sua cantina la terza più bella d’Italia. Soddisfatto?

«Pensi che l’ho saputo leggendo Gazzetta. È una notizia che mi ha riempito di orgoglio e uno degli attestati che mi fanno capire che nella vita qualcosa di buono l’ho fatto».

Siamo in piena Fiera internazionale del tartufo bianco. Come vede la decisione di prolungare di due settimane la manifestazione?

«Penso sia stata una buona idea. Le mie sensazioni riguardo alla Fiera sono positive. In città ho percepito un grande fermento. Per quanto ci riguarda, abbiamo cercato, come famiglia, di offrire ai turisti, ma anche agli albesi la possibilità di assistere a una mostra di alto livello con la personale di Francesco Clemente, nel coro della Maddalena, e la collaborazione con Poetica, il festival della poesia».

Ha fatto discutere la decisione di far “disegnare” il drappo del Palio al cuoco del Piazza Duomo, Enrico Crippa. Si tratta di un’idea partita da lei?

«È stata una trovata della presidente dell’ente Fiera Liliana Allena, che mi ha subito entusiasmato. Trovo geniale scegliere un piatto della tradizione e farlo fotografare da un celebre fotografo. Spero diventi una consuetudine. Nel 2017 mi permetto di suggerire un piatto di una delle ultime vere cuoche di Langa: Gemma Boeri, magari con la fotografia del fotografo albese d’adozione Guido Harari».

Il presidente della Giostra delle cento torri Alberto Cirio ha molto criticato questa scelta.

«Ho sempre preferito chi sa proporre soluzioni piuttosto che chi sa criticare. Se Cirio ha soluzioni migliori si faccia avanti, diversamente l’idea del drappo “disegnato” da un cuoco e da un fotografo di fama mondiali mi sembrano un’ottima scelta per un Palio internazionale».

Il Piemonte lancia la corsa al Bocuse d’or Europa 2018. E la sfida – va sottolineato – è partita da Alba, partecipando alla finale europea di Budapest a maggio 2016. Lei c’era. Che ne dice, Ceretto?

«Sono felice che sia stata lanciata la candidatura del Piemonte per il più importante concorso di cuochi del mondo. In attesa che la Banca d’Alba realizzi il polo fieristico in città, non disponendo di una struttura coperta per 3-5mila persone, la finale vera e propria si dovrebbe però tenere al Lingotto di Torino».

Marcello Pasquero

Tra 10 anni la sinistra Tanaro potrebbe batterci

In questi giorni l’artista David Tremlett dopo aver dipinto la sua cappella delle Brunate a La Morra nel 1999 è tornato in zona per la chiesetta  campestre di Coazzolo.

È il segno che Ceretto  sta facendo proseliti?

«Dopo la mostra di Clemente, torneremo a lasciare segni d’arte sul territorio. L’obiettivo è creare negli anni un percorso. Negli ultimi giorni sono rimasto molto colpito da un paese del Roero».

Quale?

«Sono andato a visitare il Tòrion di Vezza. Trovo meraviglioso che un gruppo di giovani volontari
abbia trasformato l’area dell’antica torre, fino a pochi anni fa quasi inaccessibile, in un luogo illuminato, pulito e accogliente. A loro e al sindaco Carla Bonino vanno i miei complimenti.  Se gli altri Comuni sapranno seguire l’esempio, fra dieci anni la sinistra Tanaro supererà le Langhe come numero di turisti».

Il futuro è nel Roero?

«Le Langhe hanno raggiunto l’apice, ora bisogna tenere, il Roero  ha ancora grandi margini di crescita. Tutto dipenderà da come agiranno i sindaci e le associazioni e se saranno in grado di accogliere al meglio i turisti. Pochi giorni fa ho partecipato alla consegna a Santo Stefano, da parte dei cavalieri di San Michele, di venti borse di studio a studenti roerini, ma anche a ragazzi stranieri. Anche questo è un modo per far crescere il nostro territorio, chi semina bene, raccoglie meglio. Sono tornato a casa felice come poche altre volte».

m.p.

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