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Lo sviluppo della finanza e dell’agroalimentare passa da Tirana e Lezha che hanno intitolato due vie a Michele e Pietro Ferrero

FOSSANO La Granda cerca nuovi sbocchi finanziari e industriali in Albania. Se n’è parlato nel convegno “Nuove vie di sviluppo Educazione finanziaria e agroindustria per una buona cooperazione tra Piemonte e Balcani”, coordinato dal presidente della Cassa di risparmio di Fossano Beppe Ghisolfi che ha voluto evidenziare la sempre maggiore collaborazione sviluppatasi negli anni tra la provincia Granda e l’Albania grazie all’impegno del cuneese Alessandro Zorgniotti e che ha visto le due città del Paese dei Balcani, Tirana e Lezha, intitolare due strade a Michele e Pietro Ferrero.

Non è che in seguito a questo convegno il mondo cambierà – ha esordito Ghisolfi, dopo aver letto il messaggio di ringraziamento della signora Maria Franca Ferrero – ma gli incontri servono a incrementare i rapporti tra le aziende del territorio e una nazione a noi vicina».

Concetto ribadito da tutti gli intervenuti. «L’iniziativa – ha sottolineato il sindaco di Fossano, Davide Sordella – non è un intervento spot, ma costruisce un cammino capace di stabilire prima rapporti umani e, poi, creare occasioni di sviluppo. Sono sempre di più necessarie sperimentazioni di filiera per rendere i nostri produttori agroalimentari competitivi sul mercato globale. Fossano ci sta provando con i Comuni vicini».

Il viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, ha sottolineato come l’attività della Ferrero sia l’esempio da imitare: un’industria legata alle proprie radici, però aperta al mercato mondiale. «Un percorso possibile – ha affermato – grazie al valore aggiunto della qualità delle produzioni e al radicamento e alla coesione sociale sul territorio dove si è nati e si lavora.  Solo così aziende grandi e piccole possono mantenere nel tempo la loro solidità e riescono a superare le crisi economiche più pesanti, come quella che stiamo ancora vivendo».

Il viceministro ha poi ricordato i numeri del nostro export agroalimentare: attualmente in Italia 37 miliardi di euro all’anno, con obiettivo 50 miliardi nel 2020. E ben il 7% di questa esportazione – 2,5 miliardi di euro – è prodotta in provincia di Cuneo. «Il lavoro fatto bene nei decenni passati – ha aggiunto Olivero – dalle imprese agroalimentari italiane e della Granda sta dando i suoi frutti. Un modello vincente che va ulteriormente perseguito promuovendo nuove relazioni con gli altri Paesi del mondo e nuove modalità di commercio come la vendita on-line. Il progetto con l’Albania va in questa direzione».

Giuseppe Rossetto, già sindaco di Alba e ora presidente vicario di Unionalimentari Confapi – ha ricordato la sua grande amicizia con la famiglia Ferrero e l’importanza del termine “glocal” lanciato una ventina di anni fa e di cui l’industria dolciaria è stata ed è la migliore espressione attraverso il forte legame con la propria comunità, ma, allo stesso tempo, la capacità di guardare oltre, di rapportarsi con il mondo. «Solo in questo modo – ha concluso l’intervento – si può creare sviluppo».

Alberto Rizzo, vicepresidente del Credito cooperativo di Cherasco, ha messo in luce l’importanza delle banche locali nell’essere al servizio del territorio.

Per i Comuni di Tirana e di Lehza erano presenti i direttori generali Genci Kojdheli e Petrit Marku. Entrambi hanno espresso la soddisfazione di aver potuto intitolare due luoghi delle loro città a Michele e Pietro Ferrero e hanno auspicato una collaborazione sempre maggiore e strategica con la provincia di Cuneo.

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