L’Odissea senza fine dei 34 lavoratori di Asti Quality Food (ex Artesina)

L'Odissea senza fine dei 34 lavoratori di Asti Quality Food

PRIOCCA/ SAN DAMIANO 34 lavoratori, con le rispettive famiglie, con il fiato sospeso attendono, con poche speranze e tanta rassegnazione di conoscere il futuro di “Asti Quality Food” (ex Artesina), azienda un tempo eccellenza nel settore della pasticceria surgelata con stabilimento costruito sul confine tra i comuni di Priocca e San Damiano,

Mauro Dematteis (Fai-Cisl) che con il collega astigiano Paolo Capra (Flai-Cgil) assiste i lavoratori di Asti Quality food, spiega: «Il 21 dicembre 2016 abbiamo chiesto di poter attivare i contratti di solidarietà per gli allora 39 dipendenti dell’azienda. Cinque di questi hanno trovato altri impieghi, gli altri 34 hanno continuato a lavorare con impegno, ma ora l’unica speranza è che possano farsi avanti altre imprese del territorio per assorbire i lavoratori di Asti Quality Food».

Per oltre un anno si è atteso che un investitore potesse bussare alla porta dell’azienda per stabilizzare una situazione sul punto di implodere, in sostegno alla proprietà, rappresentata dall’amministratore unico Ivana Orso, imprenditrice veronese.

Attesa finora vana: «Da giugno i lavoratori non ricevono la parte di stipendio che compete all’azienda e la situazione è diventata insostenibile», aggiunge Dematteis che con il collega Capra ha cercato una mediazione con la proprietà: «Abbiamo tentato di interagire con l’amministratore unico, i dipendenti sono stati encomiabili nel continuare a lavorare fino a pochi giorni fa, nonostante cinque mesi di ritardo nel pagamento degli stipendi e nonostante molti di loro abbiano famiglie a carico e mutui da pagare».

La situazione è precipitata a inizio novembre: «Senza alcun preavviso siamo stati invitati a non presentarci a lavoro perché l’azienda non era più in grado di garantire l’approvvigionamento delle materie prime. Fino a quel momento avevamo comunque la speranza che potesse arrivare una schiarita, ora c’è solo tanta rassegnazione», conferma un lavoratore di Asti Quality Food che aggiunge: «La maggior parte di noi lavora in questa azienda da anni, ha una famiglia e dei debiti che purtroppo non aspettano. Oltre ai sindacati che hanno svolto un lavoro encomiabile ora chiediamo aiuto ai giornali per far conoscere la nostra condizione».

Come se non bastasse, venerdì 10 novembre il tribunale di Asti ha apposto i sigilli per il precedente fallimento Artesina aggravando ulteriormente un quadro già di per sé sconfortante.

Dematteis tira le amare conclusioni: «Abbiamo lottato, atteso e sperato, stretto i denti, ora non ci sono più margini di trattativa, vogliamo ciò che spetta ai lavoratori, diversamente siamo disposti a intraprendere ogni strada prevista dalla legge, compresa l’azione legale nei confronti dell’azienda», e svela: «I lavoratori dall’azienda nemmeno hanno avuto i soldi per pagare il contributo mensile sindacale, nonostante questo Fai-Cisl e Flai-Cgil hanno deciso di non fare passi indietro assistendo ogni giorno i lavoratori e continueranno a farlo fin quando non sarà trovata una soluzione per i 34 dipendenti di Asti Quality Food».

Marcello Pasquero

L’ODISSEA DELL’AZIENDA

I dipendenti di “Asti Quality Food” (ex Artesina) vivono da anni ormai una vera e propria Odissea. L’Artesina, eccellenza nella pasticceria surgelata a livello nazionale ed europea, venne fondata nel 1977 da Giorgio Cumino. Nel 2009 avvenne il passaggio di denominazione, dall’originale “Artesina dolce idea” al marchio “Artesina International”. Nel 2011 di fronte allo spettro della messa in liquidazione della nuova società nacque la cooperativa di dipendenti “Frozen banana” che nel 2012 fallì.

Nonostante la situazione compromessa i dipendenti continuano a lavorare per circa un anno sotto la direzione di “Artesina” che a causa degli ingenti debiti, viene posta in liquidazione. Il lavoro e la produzione proseguono con il passaggio alla “Asti quality food” a inizio 2014.

Sembra la svolta, ma l’azienda nel settembre 2015 informa i dipendenti che per ragioni di bilancio sarà costretta a tagliare 15 dipendenti e a esternalizzare gli uffici, tra cui quelli commerciali. Per scongiurare questa evenienza l’8 ottobre 2015 azienda e sindacati firmano l’accordo quadro che prevede la richiesta della cassa integrazione straordinaria e l’impegno da parte di “Asti Quality Food” a pagare tredicesime e quattordicesime.

Tra ritardi e accelerate nel febbraio 2016 arriva la schiarita con l’azienda che mette sul piatto 75 mila euro per pagare gli stipendi arretrati. A fine anno i sindacati firmano per i contratti di solidarietà.

Il lavoro sembra ripartire, tanto che il quotidiano di Confindustria “Sole 24 ore”, il 12 gennaio 2017, dedica un lungo articolo all’azienda dal titolo “Asti Quality Food, il brand italiano delle dolcezze congelate scommette sull’internazionalizzazione”.

Sembra, appunto, non è la volta buona, ma solo l’ennesimo capitolo di una Odissea in grado di far impallidire persino il prode Ulisse.

Marcello Pasquero

Banner Gazzetta d'Alba