Norme più flessibili per chi organizza le manifestazioni

65.000 degustazioni nel primo week-end di Vinum 4

SICUREZZA La cosiddetta circolare Gabrielli sulla sicurezza nelle manifestazioni pubbliche, emessa un anno fa dopo i fatti di piazza San Carlo a Torino, è tornata al centro dell’attenzione. Una direttiva, firmata dal capo di gabinetto del Ministero dell’interno Matteo Piantedosi, ha introdotto alcune modifiche alla norma per «superare talune rigidità rilevate» e «definire alcuni passaggi procedurali per favorire un approccio flessibile alla gestione del rischio e la miglior parametrazione delle misure cautelari». Tradotto dal burocratese: non tutte le manifestazioni sono uguali e anche le norme di sicurezza vanno adeguate alle caratteristiche dell’evento.

Si tratta di un tema che abbiamo trattato più volte,  soprattutto in relazione alle difficoltà incontrate da chi organizza manifestazioni nei piccoli centri. Le novità introdotte hanno raccolto pareri discordanti. Soddisfatto su tutta la linea è l’eurodeputato albese Alberto Cirio, che a giugno aveva incontrato a Roma il prefetto Gabrielli. «La modifica semplifica la situazione e introduce elasticità e buonsenso, consentendo la sopravvivenza di migliaia di manifestazioni in Italia. La normativa attuale era insostenibile, perché non permetteva di effettuare valutazioni in merito all’effettiva pericolosità degli eventi, ma prevedeva standard uguali per tutti, dal Corpus Domini a un concerto degli U2», afferma Cirio.

Più caute, invece, Anci e Uncem, che auspicano anche un maggior confronto col Governo su questi temi. «Ben venga la semplificazione delle procedure, ma restano due temi da chiarire: i costi e le responsabilità che gravano sui sindaci», afferma il presidente di Anci Piemonte Alberto Avetta, secondo il quale «resta irrisolto il problema di fondo: le norme sono rivolte indistintamente a Comuni grandi e piccoli. La direttiva conferma la necessità di piani, procedure e personale qualificato, che si traducono in costi organizzativi. Il modello più flessibile comporterà maggiori responsabilità per i sindaci che, in particolare nei piccoli centri, non possono avvalersi di strutture tecniche adeguate e qualificate in materia di sicurezza».  Aggiunge Paola Vercellotti, vicepresidente di Uncem Piemonte: «Se si tratta di eventi di pubblico spettacolo, il Comune deve procedere esattamente come prima. Quindi, se di semplificazione si può parlare, vale solo per mostre, mercatini e sagre, ma senza serata danzante».

Corrado Olocco

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