Ospedale, cosa rimarrà ad Alba? Sicuramente non il pronto soccorso

Al San Lazzaro mancano infermieri, Oss e ostetriche

ALBA La domanda più gettonata tra gli albesi e i braidesi relativamente ai due ospedali San Lazzaro e Santo Spirito è: quali servizi ospedalieri rimarranno attivi nelle due città? Abbiamo chiesto al direttore generale una risposta.

«Non abbiamo ancora deciso se i servizi rimarranno in un reparto dell’ospedale di Alba o se la struttura verrà venduta interamente e saranno utilizzati altri locali. Sgombriamo subito il campo dall’ipotesi che ad Alba o Bra possa rimanere il pronto soccorso, questo non è previsto e non è possibile perché l’unico pronto soccorso autorizzato per l’Asl Cn 2 sarà quello di Verduno», spiega Veglio che aggiunge: «Sul territorio rimarranno un centro prelievi, l’elettrocardiogramma, alcune attrezzature per la radiologia e per le ecografie e il diabetologo».

Veglio precisa: «Alba è una città problematica dal punto di vista del traffico, nelle ore di punta l’accesso delle autoambulanze all’ospedale è particolarmente problematico, quindi non deve spaventarci che il pronto soccorso si trovi a Verduno, anzi, nei prossimi anni la politica ha promesso di adeguare la Sp7 e di collegare direttamente l’ospedale all’autostrada. In prospettiva penso l’accesso al nuovo ospedale risulterà più agevole rispetto al centro di Alba».

Come annunciato in un incontro con il tavolo delle autonomie sarà istituito un servizio di car pooling in condivisione tra i dipendenti per limitare il numero di veicoli in transito sulla Sp 7.

Slitta l’apertura

Il maltempo in buona parte della primavera e i ritardi nel pagamento del finanziamento regionale sposteranno la data di ultimazione dei lavori per la realizzazione dell’ospedale di Verduno. Un ritardo nell’ordine di alcune settimane per un cantiere che ora procede spedito con oltre 200 operai al lavoro.

Il neo direttore generale dell’Asl Cn2 spiega Massimo Veglio: «Non possiamo dare una data certa per l’apertura, visto che le variabili dettate dal maltempo e dal pagamento delle competenze regionali sono numerose. I piani della degenza sono ultimati. La certezza è che non si inaugurerà il nosocomio a inizio gennaio 2019, ma qualche settimana più tardi. Non è l’unica, perché a differenza di ciò che alcuni sostengono l’ospedale aprirà a breve e vogliamo che sia un’eccellenza per la sanità piemontese».

Veglio anticipa un’importante novità: «Tutte le sale operatorie saranno certificate Iso 5 con un’aria ultra pura abbattendo il rischio di infezioni, la sala ibrida sarà certificata Iso 7, il massimo grado di purezza per un ambiente ospedaliero».

Marcello Pasquero

Banner Gazzetta d'Alba