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Gli svuotano il conto, ma la Casa del consumatore lo aiuta a recuperare il maltolto

Cosa significa scegliere di affidare i propri soldi a una banca etica?

ASTI E’ finita nel migliore dei modi la brutta avventura di un impiegato astigiano che lo scorso anno, in seguito a un furto con destrezza avvenuto nei pressi della stazione di Milano, ha visto i suoi conti correnti svuotati dopo una serie di prelievi e acquisti fraudolenti. «L’astigiano, avvicinato con un pretesto da un cittadino africano, è stato intontito, pare con qualche sostanza, e derubato», raccontano dalla Casa del Consumatore. Da questo momento è iniziata la sua odissea. Dopo aver sporto querela ha verificato che dai conti correnti era stato alleggerito di circa 3mila euro, pari allo stipendio e alla tredicesima appena ricevuti. Immediatamente ha presentato reclamo a tre istituti di credito astigiani i quali, dopo un primo riaccredito delle somme prelevate fraudolentemente, hanno negato il rimborso riprendendosi quanto versato al cliente.

Afferma Stefano Santin, presidente della Casa del consumatore Piemonte: «Il cittadino si è rivolto alla nostra associazione, dopo aver seguito una trasmissione televisiva nella quale illustravo come comportarsi in seguito al furto di bancomat o carte di credito. Capendo la sua buona fede lo abbiamo assistito nei ricorsi all’Arbitro bancario e finanziario». Il ricorso è stato seguito direttamente da Santin, consulente in tematiche bancarie di Mi manda Raitre, il quale ha imputato alle banche la mancanza di alcuni accorgimenti di sicurezza nell’utilizzo della moneta elettronica.

Spiega Santin: «La normativa  prevede che le banche dimostrino il dolo o colpa grave del cliente per omessa custodia delle carte di credito e bancomat. Dopo la notifica del nostro ricorso solo un Istituto di credito ha provveduto a riaccreditare al nostro associato l’importo derubato. Altri due istituti hanno invece preferito contestare la colpa grave al cliente. Però l’Arbitro bancario e finanziario presso la Banca d’Italia ha condiviso le nostre motivazioni e ha deciso di condannare le due banche a rimborsare il malcapitato, che oggi ha finalmente ricevuto tutti i suoi soldi».

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