REGIONE PIEMONTE La Regione Piemonte stanzia 415mila euro di indennizzi per la conservazione del patrimonio tartufigeno regionale.
Una decisione salutata con favore dai promotori di Save the truffle Carlo Marenda ed Edmondo Bonelli, ma anche da Mario Aprile, presidente dell’Unione delle associazioni dei trifolao piemontesi e Stelvio Casetta, presidente dei trifolao albesi: «Come tartufai occorre fare un mea culpa, perché per troppo tempo abbiamo dato per scontata la pazienza dei proprietari degli alberi da cui venivano cavate le trifule. Il risultato è stato esasperarli e arrivare in molti casi allo sradicamento delle piante. L’invito è a un maggiore rispetto delle piante e dei padroni, valutando anche una forma di rimborso, in natura, del proprietario dell’albero. Non possiamo chiedere che vengano preservate le tartufaie se siamo i primi a non rispettare la natura». In soccorso dei proprietari degli alberi la Regione aveva stanziato nel 2017 ben 480mila euro per gli indennizzi relativi agli anni 2014-2015 e 2016.
Indennizzo confermato per il 2018 ai proprietari di querce, pioppi, salici, tigli, carpini, noccioli. Il contributo sarà pari a 24 euro per ogni pianta fino a un massimo di 25 piante per ettaro. Le domande dovranno essere presentate nei Comuni in cui sono ubicati i boschi entro il 18 febbraio: la commissione agricola, con all’interno almeno un tartufaio con tesserino, verificherà la veridicità della domanda e manderà avanti la pratica alla Regione, oppure la respingerà.
Per accedere all’indennità il proprietario dell’albero deve assumere l’impegno a conservare le piante tartufigene permettendo al contempo la libera raccolta dei tartufi sul terreno dove le piante sono radicate. L’impegno assunto deve essere mantenuto per cinque stagioni di raccolta del tuber magnatum Pico, successive alla data di presentazione della domanda di indennizzo.
Marcello Pasquero
