Diritto d’autore: le nuove regole del Parlamento Ue

COPYRIGHT È notizia degli ultimi giorni l’approvazione da parte del Parlamento europeo di una direttiva che estende gli obblighi del diritto d’autore anche alle piattaforme on-line. In altri termini, l’Europa ha affrontato la questione spinosa del copyright, offrendo una prima risposta a cui dovranno dare seguito concrete iniziative dei Governi nazionali. Il voto conclude un lungo braccio di ferro che ha chiari risvolti politici e non lascia tutti soddisfatti.

Diritto d’autore: le nuove regole del Parlamento Ue
Enrico Signa (a destra) con Stefano Biglino negli studi di Radio Alba.

La direttiva, se applicata in tutti i Paesi europei, scontenterebbe i giganti del Web statunitensi (Google, Youtube e Facebook per fare alcuni nomi). Le società, protagoniste di una favolosa crescita negli ultimi anni, saranno costrette a negoziare con editori e artisti un equo compenso per i contenuti condivisi on-line. Tra i più accesi sostenitori dell’iniziativa anche la Siae, Società italiana degli autori ed editori, e il suo presidente Giulio Rapetti, in arte Mogol, che negli ultimi mesi ha condotto una battaglia polemica contro gli incassi delle multinazionali, accusate di non destinare il dovuto compenso agli autori. Musica, cinema, arti figurative, sono tanti i linguaggi che arricchiscono il Web ed evolvono grazie a esso, ma il processo creativo viene pienamente riconosciuto dalle piattaforme digitali?

Prova a rispondere alla domanda un giovane artista albese, Enrico Signa, molto attivo con la sua associazione Be street e impegnato nella promozione della cultura hip-hop: «I social network e i servizi on-line hanno permesso a moltissimi giovani di potersi esprimere, liberamente e a basso costo. Resta, tuttavia, il problema di veder riconosciuto anche economicamente il proprio lavoro creativo. Non si fa abbastanza per tutelare il diritto d’autore, forse anche per negligenza e scarsa conoscenza della materia da parte degli stessi artisti. Mancano associazioni che proteggano effettivamente i piccoli autori, coloro che non sono popstar, ma che con grande dedizione mantengono vive le diverse culture musicali».

Gli esiti di un recente sondaggio condotto in Italia e in altri stati europei da Harris Interactive sono inequivocabili. Oltre l’80 per cento degli italiani intervistati si dichiara favorevole a regole nuove che garantiscano una maggiore protezione e una più equa remunerazione per autori, editori e artisti le cui opere sono fruibili sulle piattaforme digitali. Secondo i sostenitori della direttiva sul copyright, la sua attuazione non favorirebbe solo migliori condizioni contrattuali, ma anche un più ampio e democratico accesso alle risorse del Web.

Alessio Degiorgis

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